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L’intolleranza al glutine è spesso infondata: dannosa la dieta “gluten free” senza motivo

Attraverso una serie di test ricercatori australiani hanno dimostrato che solo una piccola parte di chi si dice intollerante al glutine lo è effettivamente. La moda della dieta “gluten free” è dannosa sia per la salute di chi la adotta senza una ragione sia per i celiaci, costretti a pagare prezzi più alti per i prodotti con una domanda più forte.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca dell'Università di Newcastle (Australia) ha dimostrato che la maggior parte delle persone che sostiene di essere intollerante al glutine non lo è affatto. La conseguenza di questa ‘fobia' verso la sostanza, ovvero l'adozione di una cosiddetta dieta “gluten free” senza ragioni cliniche, non solo è controproducente per chi ne ha realmente bisogno, facendo schizzare alle stelle il prezzo di prodotti già costosi a causa dell'aumento della domanda, ma mette anche in pericolo la propria incolumità.

Procediamo con ordine. I ricercatori, coordinati dai professori Marjorie Walker e Michael Porter, docenti presso la Scuola di patologia anatomica dell'ateneo australiano, hanno coinvolto nell'indagine tutte persone che sostenevano di avere problemi di salute legati all'assunzione di glutine, una sostanza presente in prodotti comuni come pasta, pizza e pane. I sintomi segnalati dai partecipanti erano i più disparati e spaziavano dai disturbi gastrointestinali ai neurologici, passando per quelli reumatologici e dermatologici. Tra essi, dolori addominali e gonfiore di stomaco, nausea, mal di testa, riniti allergiche, depressione e molto altro. Dopo aver effettuato una serie di esperimenti in doppio cieco con glucina e placebo, Walker e colleghi sono giunti alla conclusione che soltanto una piccola parte dei partecipanti presentava delle effettive problematiche correlabili all'intolleranza al glutine, condizione comunque diversa dalla vera e propria celiachia. Secondo le stime dei ricercatori, solo un adulto su sei che dice di essere inollerante manifesterebbe i sintomi della condizione.

Una dieta gluten free non necessaria, oltre ad essere 17 volte più costosa di una tradizionale, mette in pericolo la salute di chi ne abusa. Per i ricercatori ci si esporrebbe al rischio di carenze vitaminiche e di altre sostanze, inoltre aumenterebbe anche il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari alla stregua di ipertensione, ictus e infarto. La dieta senza glutine faciliterebbe anche l'innalzamento del colesterolo e il rischio di sovrappeso, dato che gli alimenti privi di questa sostanza sono particolarmente ricchi di carboidrati. Infine, poiché il glutine mantiene in equilibrio la flora intestinale, non si escludono eventuali conseguenze sulle tossine presenti nell'organismo.

In Italia si stima che vi sia un celiaco ogni cento persone, ma sono circa 6 milioni gli italiani che seguono una dieta gluten free. Numeri molto alti si registrano anche negli Stati Uniti, dove il mercato di questi prodotti smuove sei miliardi di dollari ogni anno. I dettagli della ricerca australiana sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Medical Journal of Australia.

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