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L'imperatore che volle essere vegliato in morte da 8000 statue

Trentasei anni fa gli archeologi in Cina si trovarono di fronte ad un’opera imponente ed unica: l’esercito di terracotta, creato per proteggere un Imperatore per cui la morte era una vera ossessione.
A cura di Nadia Vitali
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Il primo imperatore cinese, che si fregiò di tale titolo nel 221 a. C. dopo aver unificato tutti i regni che si trovavano nel territorio, si chiamava Qin Shi Huang, dal cui nome pare deriverebbe la stessa parola Cina, e si spense del 210 a. C.: per essere certo di giungere in un aldilà il più possibile sicuro per un Imperatore decise di non farsi trovare impreparato. Fu così che si fece costruire una sua singolarissima scorta: più di 6000 statue ritraenti guerrieri in terracotta con tanto di corazze ed armi, pronti a combattere per il proprio sovrano, in un altro mondo, opera immensa a cui lavorarono più di 700 000 prigionieri nel corso di un decennio.

Sul numero dei pezzi che compongono questo mirabolante esercito di terracotta ancora non vi è la certezza assoluta: essi andrebbero dai 6000 agli 8000, numero non ancora accertato dal momento che gli scavi, che hanno fatto scoprire questo immenso tesoro archeologico l'11 luglio del 1975, non possono ancora definirsi conclusi. Dell'enorme numero di cavalli ed umani riprodotti in argilla, che si trovano nel sito archeologico presso Xi'an in un'area di circa 56 000 chilometri quadrati, solo una parte è stata riportata alla luce: 500 guerrieri e 100 cavalli in terracotta, nonché 18 carri in legno dei quali una piccola parte è stata, volta per volta, prestata ad importanti musei europei per esposizioni temporanee.

Ossessionato dal pensiero della morte, l'Imperatore cinese aveva organizzato diverse spedizioni per il mondo alla ricerca di un leggendario elisir che potesse donargli la vita eterna; cercò una montagna dell'immortalità che doveva trovarsi su un'isola ed una terra leggendaria in cui gli uomini non cessavano mai di vivere. Non essendo riuscito chiaramente a trovare niente di tutto ciò, pensò bene che per tutelare il suo viaggio nel regno delle ombre potesse ad ogni modo essere sufficiente un esercito al completo che gli facesse da guida e da protezione, ritraente una replica fedele dell'armata che aveva contribuito all'unificazione della Cina.

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La camera funeraria di questo gigantesco mausoleo non è stata ancora del tutto esplorata ma si sa che ha delle pareti di bronzo e che è circondata da fiumi di cinabro, minerale rossiccio dal quale si estrae il mercurio che sarebbe stato, secondo credenze del tempo legate a filosofie orientali, un potentissimo attivatore dell'immortalità. Al punto che, sulla morte dell'Imperatore circola una leggenda nemmeno tanto inverosimile: i dottori, seguendo gli ordini del sovrano, gli avrebbero somministrato delle pillole di loro accurata creazione che, finalmente, avrebbero dovuto garantirgli la tanto agognata immortalità. Purtroppo, però, contenevano proprio il mercurio che, naturalmente, più che attivarne la vita eterna lo avvelenò mortalmente.

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