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L’ex astronauta Scott Kelly svela il lato oscuro della vita nello spazio: le sue confessioni

L’ex astronauta della NASA Scott Kelly, uno degli uomini rimasti più a lungo fra le stelle, ha raccontato nella sua autobiografia gli episodi negativi della vita a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
A cura di Andrea Centini
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L'ex astronauta della NASA Scott Kelly, 53 anni, ha pubblicato la sua autobiografia nella quale descrive la vita nello spazio da un punto di vista inedito, soffermandosi anche sulle esperienze negative vissute a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. “Le memorie degli astronauti della NASA si concentrano sugli aspetti positivi e non necessariamente sulle cose personali che sono avvenute nella loro vita, cose che potrebbero non renderli orgogliosi, le cose che tutti abbiamo nelle nostre vite e che ci rendono persone normali”, ha sottolineato Kelly presentando il libro, chiamato “Endurance: A Year in Space, A Lifetime of Discovery”. “Così – ha proseguito l'ex astronauta – ho pensato che condividere gli aspetti negativi potesse rendere la storia più credibile”.

Uno dei racconti più shoccanti inseriti nell'autobiografia è relativo a un incidente tenuto segreto e avvenuto nel 2010 sulla ISS. Il cosmonauta russo Oleg Skripochka durante una passeggiata spaziale perse infatti il contatto col laboratorio orbitante e iniziò a fluttuare: solo l'impatto con un'antenna gli permise di ‘rimbalzare' indietro e aggrapparsi di nuovo alla struttura. In caso contrario, nessuno avrebbe potuto salvarlo. Kelly, che all'epoca si trovava a bordo, non fu spettatore diretto l'incidente, e l'evento gli fu raccontato soltanto cinque anni dopo da altri cosmonauti. L'ex astronauta si è soffermato su ciò che avrebbe potuto fare per il collega, nel caso non fosse riuscito a riprendere il contatto con la ISS: “Probabilmente sarebbe stato possibile farlo comunicare con la sua famiglia attraverso la tuta spaziale, così da permettergli di dirsi addio prima di perdere conoscenza per le crescenti emissioni di CO2”. Sebbene raccontato nel dettaglio, l'incidente non è stato confermato dai russi.

L'ex astronauta della NASA ha elencato anche una serie di malesseri sperimentati a bordo della ISS a causa delle elevate concentrazioni di anidride carbonica, come forti mal di testa, insopportabile bruciore agli occhi e congestione. Erano così fastidiosi che Kelly pensò addirittura che qualcuno non avesse curato a dovere questi dettagli a Houston, dove risiede il centro di controllo della stazione orbitante. Al di là dei problemi fisici ha avuto a che fare con altre esperienze poco piacevoli, come quella della raccolta dei ‘rifiuti fluttuanti': una volta a causa della rottura di una capsula di alimentazione si ritrovò con la “biancheria intima utilizzata di un ragazzo fra le mani”, mentre in altre occasioni ha dovuto gestire i sacchetti per il vomito dei compagni nauseati.

Anche i preparativi per le missioni potevano presentare lati bizzarri; in un'occasione il suo corpo fu completamente tatuato con punti neri in vista di alcuni test con gli ultrasuoni. Ma la vita nello spazio può avere anche altri tipi di ripercussioni: a causa del suo lavoro visse un matrimonio travagliato che sfociò nel divorzio, inoltre mentre era in orbita soffrì moltissimo per l'attentato alla cognata, la politica Grabrielle Gifford e moglie del suo fratello gemello Mark, anch'egli astronauta della NASA.

Nel suo libro Kelly ha anche sottolineato che la sua passione per l'astronautica nacque nel 1979, dopo aver letto al college il libro “The Right Stuff” di Tom Wolfe. Quando si trovava nello spazio gli mancava molto la Terra, ma ora che è di nuovo qui, ormai in pensione da un anno e mezzo, pensa continuamente alla vita fra le stelle. Ha già in mente di scrivere un altro libro nel quale includere tutto ciò che ha dovuto tener fuori da questa autobiografia.

[Credit: NASA]

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