In primavera le balene dell'emisfero boreale attraversano le acque delle isole Azzorre (Portogallo) durante l'annuale migrazione verso i freddi mari del nord. Il loro passaggio trasforma l'arcipelago nel cuore dell'Oceano Atlantico in un vero e proprio paradiso per lo studio e l'osservazione di questi magnifici animali. Alle Azzorre, del resto, non si ammirano soltanto i grandi misticeti ‘viaggiatori', come la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus) e la balenottera comune (Balaenoptera physalus), ma anche numerose specie di odontoceti (cetacei con denti) stanziali e di passaggio.
Delle nove isole che compongono l'arcipelago, tra le più rinomate per incontrare i cetacei vi sono la splendida Pico – dove si trova l'omonimo vulcano, la vetta più alta del Portogallo – e Faial, dalle quali si parte a bordo di potenti gommoni o piccoli natanti rigidi alla volta dell'oceano. Le imbarcazioni raggiungono gli animali (avvistati dalla costa dalle ‘vigie') seguendo un severo codice di condotta in termini di distanza e manovre, per non arrecare alcun disturbo o stress ai mammiferi marini. Pur rappresentando una sorta di ‘autostrada' per grandi cetacei, le acque ricchissime di pesce delle Azzorre spingono le balene a soffermarsi per nutrirsi, prima di riprendere il lungo e sfiancante viaggio verso nord, nelle cui fredde acque si accoppiano e trovano krill in abbondanza.
La specie più maestosa che si può avvistare è la balenottera azzurra, l'animale più grande mai esistito sulla Terra (anche dei dinosauri). Con 33 metri di lunghezza massima e un peso di oltre 180 tonnellate, infatti, non teme confronti nemmeno con i sauropodi (i ‘colli lunghi') che vissero sul nostro Pianeta decine di milioni di anni fa. A causa dei balenieri, che prediligevano cacciare gli animali più grandi, queste dimensioni sembrano tuttavia un ricordo del passato. Restano comunque dei veri e propri colossi, al cui cospetto non si possono che provare fortissime emozioni.
Alle Azzorre lo spettacolo è offerto anche dalle megattere (Megaptera novaeangliae), più piccole delle balenottere azzurre ma molto più ‘giocose' e curiose di queste ultime, perlomeno nei confronti dell'uomo, come dimostra il filmato del nostro incontro qui in basso. Noti per l'inconfondibile canto e le lunghe pinne pettorali bianche, questi cetacei spesso si esibiscono in salti, colpi di pinna caudale sull'acqua e piroette che hanno vari significati; dalla pulizia dei parassiti allo stordimento delle prede, sino alla comunicazione intraspecifica e interspecifica.
Più facile da avvistare la balenottera comune, il secondo animale più grande della Terra con 26 metri di lunghezza massima per 80 tonnellate di peso. La specie è presente anche nel Mar Mediterraneo, dove vive una popolazione – geneticamente distinta – di circa 10mila esemplari; si caratterizza per una colorazione molto scura e un'affascinante mandibola bianca (la destra). Più difficili gli incontri con le balenottere boreali, le balenottere minori e le balenottere di Eden (o balenottera di Bryde). Nel 2014 al largo di Pico è stata avvistata persino una balena franca boreale, la prima dopo 60 anni. La specie è stata letteralmente sterminata dalla baleneria, e incontrarne una a simili latitudini è un vero e proprio evento.
Oltre ai cetacei misticeti, cioè quelli con fanoni, alle Azzorre sono presenti molte specie di odontoceti, per un totale di circa 30 cetacei diversi. Tra i più comuni vi è sicuramente il capodoglio (Physeter macrocephalus), vero e proprio simbolo dell'isola di Pico, dove è stato cacciato fino al 1986. Qui le femmine sono stanziali e non di rado si incontrano in gruppi con i piccoli. Presenti in abbondanza anche tursiopi, delfini comuni, grampi e altre specie di delfinidi, come le stenelle maculate atlantiche che raggiungono l'arcipelago nel mese di giugno. In estate aumentano le possibilità di ammirare anche gli zifidi, cetacei odontoceti meno noti al grande pubblico ma balzati agli onori della cronaca a causa dell'inquinamento da plastica, come lo sfortunato zifio spiaggiatosi recentemente in Norvegia. Rari gli avvistamenti delle orche.
Tutti possono vivere in prima persona lo spettacolo dei cetacei alle isole Azzorre, delle quali oggi rappresentano un'importante fonte di introiti. Da quando la caccia è stata abolita sono infatti emerse diverse società di whale watching, che operano grazie a preziose licenze. Le fotografie e i filmati presenti nell'articolo sono stati registrati a bordo dei gommoni di CWAzores, una società fondata dai nostri connazionali Enrico Villa e Dania Tesei assieme allo skipper azzoriano Michael Costa.
[Foto e video: Andrea Centini]