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L’alternativa al termovalorizzatore premia l’Emilia Romagna

La nuova tecnologia a pieno regime nel biodigestore di Ca’ Baldacci, in provincia di Rimini, permetterà di riciclare i rifiuti organici senza creare cattivi odori, ma, soprattutto, generando energia elettrica per 9 mila persone.
A cura di Redazione Scienze
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Prima sei mesi di collaudo, poi il pieno regime che colloca l'Emilia Romagna nel mondo dell'eccellenza. Enrico Piraccini, responsabile degli impianti di compostaggio e digestione Herambiente, ha osservato che "se l‘Emilia Romagna fosse uno Stato, adesso sarebbe al quinto posto in Europa per la raccolta dei rifiuti. La differenziata supera il 50%, e di questo il 93,4% riesce a essere riciclato". A determinare l'ulteriore salto di qualità della regione in tema ambientale è stato il nuovo biodigestore anaerobico di Rimini, grazie al quale i rifiuti organici non solo diventano fertilizzanti, ma producono anche energia elettrica nella fase di fermentazione a secco. Un investimento di 10 milioni di euro ha permesso ad Herambiente di installare nell'impianto di compostaggio di Ca' Baldacci (Rimini) la nuova tecnologia già in uso a Monaco di Baviera. "I nuovi processi – sintetizza il presidente Filippo Brandolini – consentono di valorizzare al massimo la frazione organica della raccolta differenziata, permettendoci, senza bruciare nulla, di ottenere ogni anno 8 mila Mwh di energia rinnovabile. E di migliorare la qualità del compost rispetto a quello prodotto con il metodo tradizionale".

I vantaggi di questa tecnologia all'avanguardia sono chiari: produzione di energia ed eliminazione dei cattivi odori prodotti dal vecchio sistema e che da tempo erano motivo di scontro tra amministrazione locale e residenti. Merito della fermentazione a secco, che elimina del tutto l'uso dell'ossigeno e che si realizza all'interno di celle di cemento armato. In questo modo, come spiega Piraccini, "i rifiuti vengono prima tritati e poi lasciati fermentare al buio per 30 giorni a 37 gradi. Si tratta, infatti, di un ambiente ideale per la formazione dei batteri". Un sistema che riproduce un meccanismo di digestione attivato nello stomaco delle mucche e che libera biogas (di cui il 60% composto da metano). Fin qui i rifiuti diventano fertilizzanti, ma l'attivazione dei motori di cogenerazione avvia il secondo passaggio. Attraverso quei motori il biogas produce energia elettrica sufficiente al fabbisogno di circa 9 mila persone.

Altri 40 milioni di euro sono impiegati per rendere più efficiente la raccolta differenziata e per rinnovare anche i biodigestori di Cesena e Voltana Lugo. L'eccellenza, dunque, non si ferma a Rimini ed ambisce a rivoluzionare l'intera regione. Brandolini spiega che "in ogni provincia installeremo impianti di selezione del secco a lettura ottica nelle piattaforme che selezionano i rifiuti. Un sistema intelligente già attivo a Rimini, Ravenna, Modena, Ferrara. E presto anche a Bologna".

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