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Koshik, l’elefante che parla con la proboscide

Un esemplare maschio di elefante asiatico dell’età di 22 anni ha stupito gli scienziati grazie ad una sua abilità davvero notevole.
A cura di Nadia Vitali
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koshik elefante che parla

Ha imparato a pronunciare quelle parole, probabilmente, dopo averle sentite innumerevoli volte con le sue grandi orecchie, ripetute dai suoi "amici" umani: addetti del giardino zoologico in cui vive e veterinari che si prendono cura di lui. Così, da qualche giorno, questo esemplare maschio di elefante asiatico (Elephas maximus) dell'età di ventidue anni chiamato Koshik, è diventato una vera e propria celebrità: perché, se le sue abilità vocali erano già state notate in precedenza da chi lo segue personalmente, ora uno studio curato dalla biologa Angela Stoeger dell'università di Vienna, pubblicato da Current Biology, conferma che questo pachiderma ha realmente appreso alcuni termini nel linguaggio degli uomini. Nello specifico, Koshik sa dire ciao, no, stai seduto, a terra e bravo: naturalmente in coreano, poiché l'elefante vive in cattività nell'Everland Zoo, in Corea del Sud. Lì ha vissuto, tra l'età di cinque e dodici anni, come unico pachiderma del giardino zoologico: in quel periodo cruciale per il suo sviluppo gli uomini furono le uniche creature con cui entrò in contatto e, con ogni probabilità, Koshik imparò a far loro "il verso" nel tentativo di instaurare con essi un legame sociale.

Fondamentale, per imitare i suoni così come escono dalla bocca degli uomini, è utilizzare la proboscide: con questo insolito strumento, infatti, Koshik riesce a trasformare il suo naturale barrito in un suono assai simile per timbro e tono alla voce umana. Arricciata, la punta appoggiata sulla lingua o sull'arcata superiore del cavo orale, a seconda del suono che vuole riprodurre, la proboscide aiuta Koshik a modulare gli organi fonatori secondo le sue esigenze. Come nel caso della balena bianca vissuta in un acquario statunitense in grado di imitare ritmo e frequenze della voce umana, l'articolazione secondo le regole del linguaggio umano comporta esercizio e sforzo per l'animale che normalmente si esprimerebbe a frequenze ben più basse in virtù delle sue peculiari caratteristiche anatomiche.

Basti ricordare che, oltretutto, gli elefanti sono tra i mammiferi capaci di produrre gli infrasuoni, ovvero onde sonore a bassa frequenza non percepibili dall'orecchio umano perché inferiori alla soglia di udibilità, che consentono loro di comunicare con i propri simili anche a distanza di diverse miglia. Ma purtroppo, nel giardino zoologico in cui vive da quando aveva tre anni (l'esemplare è nato in uno zoo di Seul nel 1990, all'età di tre anni è stato trasferito ad Everland, 49 chilometri più a Sud) Koshik non ha bisogno di far sentire la sua voce libera ai propri compagni attraverso sconfinati territori: e così non gli è rimasto che provare a comunicare con i soli amici che si è ritrovato ad avere.

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