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Italiani usano le cellule staminali dei denti per proteggerli dalla distruzione dei tessuti

Ricercatori italiani hanno ricostruito i tessuti danneggiati dalla parodontite grazie a cellule staminali estratte dalla polpa dei denti.
A cura di Andrea Centini
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Le cellule staminali dei denti possono essere impiegate per ricostruire i tessuti danneggiati dalla parodontite, una patologia – nota anche col nome di piorrea – che può portare persino alla loro distruzione, determinando la perdita dei denti. Il parodonto, composto dall'osso alveolare, dalla gengiva, dal cemento della radice e dal legamento parodontale, è infatti l'insieme delle strutture che stabilizza e blocca i denti nella bocca, che non sono impiantati nell'osso, ma ‘sospesi' in una sorta di rete fatta di robustissime fibre. I ricercatori italiani del Reparto di Parodontologia presso la CIR Dental School dell'Università di Torino hanno dimostrato, seppur in via altamente sperimentale, che attraverso la bioingegneria e le cellule staminali è possibile ricostruire i tessuti del parodonto ed evitare le conseguenze più gravi, come appunto la perdita dei denti.

Gli scienziati, coordinati dal professor Mario Aimetti, Presidente della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, si sono concentrati sulle cellule staminali della polpa dentale (DPSC), ritenute ‘molto malleabili' ai fini dei processi ricostruttivi. Ottenibili dai denti estratti, queste cellule possono essere fatte crescere in apposite impalcature di collagene riassorbenti, che una volta impiantate nella bocca dei pazienti permettono la ricostituzione dei tessuti danneggiati dalla parodontite. Aimetti e colleghi al momento hanno trattato soltanto 11 pazienti affetti da parodontite cronica, ma gli impianti hanno dimostrato un ampio ed efficace ripristino del tessuto. Il guadagno medio del cosiddetto attacco clinico è stato in media di 5 millimetri, accompagnato da un'accresciuta stabilità gengivale. La completa occlusione dei siti trattati, suffragata da radiografie, è stata del 63,5 percento.

Per quanto incoraggiante, è stato comunque uno studio preliminare con un campione molto ristretto di pazienti, per questo Aimetti e colleghi sono al lavoro su una ulteriore sperimentazione clinica con un numero maggiore di partecipanti. “La bioingegneria tissutale è uno degli argomenti che si sta sviluppando per trovare soluzioni sempre più biocompatibili per rigenerare l'osso che circonda il dente e il legamento parodontale”, ha sottolineato con ottimismo lo specialista. I risultati della ricerca italiana sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata The International Journal of Periodontics and Restorative Dentistry.

[Credit: Kjerstin_Michaela]

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