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La cometa Ison non ce l’ha fatta?

Sarebbe stata distrutta dal suo incontro ravvicinato con il Sole.
A cura di Nadia Vitali
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Immagine NASA
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AGGIORNAMENTO, ore 9:30 – Pur con molta cautela, c'è chi pensa che non tutto sia perduto: il telescopio SOHO avrebbe intercettato un un corpuscolo in allontanamento dal Sole che potrebbe essere quel che resta del nucleo di Ison. Gli astronomi ammettono di essere sorpresi e felici della notizia, pur accogliendola con molta moderazione negli entusiasmi: saranno necessarie altre ore (forse giorni) per comprendere in cosa consista questo frammento e se sarà in grado di garantire lo spettacolo che gli astrofili aspettavano con ansia per Natale. La stessa Agenzia Spaziale Europea, che per prima ha dato l'annuncio della dissoluzione della cometa senza lasciare spazio ad alcuna speranza con un laconico «Comet Ison in gone», ha dovuto rivedere le proprie stime sulla situazione dichiarando che qualcosa di quel piccolo di nucleo di 2 chilometri potrebbe essere sopravvissuto e sarebbe ancora in viaggio verso noi.

Non che gli scienziati non lo avessero già preannunciato, fin dal momento della sua scoperta avvenuta soltanto poco più di un anno fa: tuttavia le speranze che Ison riuscisse a passare indenne il momento "di fuoco" dell'incontro con il Sole erano forti anche per diversi astronomi, dal momento che il suo futuro restava incerto e prevedibile soltanto in linea di massima. Si sapeva che il 28 novembre la cometa avrebbe raggiunto il perielio e che, proprio in questa circostanza, si sarebbe deciso il suo destino: adesso pare abbastanza evidente che non  ci sarà nessuna cometa a rendere più magico il Natale, dal momento che l'oggetto celeste è sfrecciato alle spalle della nostra Stella per non comparire più.

«Comet Ison is gone» ha annunciato l'Agenzia Spaziale Europea con un tweet alle 21:30, orario di Greenwich: quella che sembrava destinata a diventare la cometa del secolo, che avrebbe reso indimenticabili i festeggiamenti natalizi – quasi a richiamare antiche storie bibliche – si è dissolta durante una delle ultime tappe del suo lungo viaggio che l'avrebbe portata fino ai nostri cieli, dove avrebbe dovuto risplendere con ineguagliabile luminosità, secondo le osservazioni che avevano effettuato gli studiosi, prima di allontanarsene nuovamente. Il transito a meno di 1.2 milioni di chilometri dalla superficie solare alle ore 18:35 GMT, invece, le è stato fatale, come ha osservato il satellite SOHO (Solar and Heliospheric Observatory, frutto della collaborazione di NASA ed ESA). Un avvenimento che, effettivamente, era già stato ampiamente ipotizzato dagli studiosi tra i quali, comunque, in molti non hanno rinunciato ad augurarsi di vedere "da vicino" l'astro più atteso del 2013.

Con le sue ridotte dimensioni di circa 2 chilometri e il corpo fatto di ghiaccio e detriti, Ison non ha retto al calore rovente dell'incontro e si è completamente disgregata lasciando allo spazio un tenue ricordo di sé sotto forma di polveri e frammenti: nel punto del suo massimo avvicinamento, infatti, deve aver sperimentato temperature intorno ai 2.760 gradi Celsius che non ne hanno consentito la sopravvivenza. Finisce così, in una nuvola si direbbe, la storia della cometa nata nella nube di Oort, una sorta di "serbatoio" di comete aperiodiche che, di tanto in tanto, se ne allontanano a causa di perturbazioni gravitazionali, venendo attratte dal Sole. Osservata per la prima volta da due astrofili, il bielorusso Vitali Nevski ed il russo Artyom Novichonok, Ison si era accattivata le simpatie di tutti gli osservatori dei cieli, esperti, studiosi e semplici appassionati che aspettavano pazienti il passaggio nei cieli di una nuova luce che, invece, purtroppo non vedremo brillare.

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