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Internet e porno un pericolo per la maturità sessuale dei giovani

La Società italiana di urologia mette in guardia sull’uso di Internet come mezzo esclusivo di informazione, sottolineando soprattutto la capacità dei giovani di usarlo per sostituire il consulto medico.
A cura di Redazione Scienze
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L'allarme era già stato dato qualche mese fa e periodicamente torna con l'insistenza di un avviso inascoltato. A portare nuovamente l'attenzione sull'argomento è un'indagine dell'Archivio italiano di urologia e andrologia, sintetizzata oggi nel corso di Pianeta Uomo, convegno a Riccione promosso dalla Società italiana di urologia (Siu). I dati diffusi dall'archivio mostrano una tendenza da parte dei giovani a maturare una percezione alterata del sesso, favorita dai siti porno. Un ambiente, quello del Web, che peraltro fornisce a chiunque prodotti farmaceutici in assenza di prescrizione del servizio sanitario, permettendo spesso di bypassare un controllo medico e soprattutto di eludere la causa dei propri problemi.

Anche sul tema della contraccezione persiste una forte confusione, nonostante le campagne di informazione presso genitori e studenti: solo il 7% degli studenti delle superiori sa, ad esempio, che il preservativo serva anche ad evitare malattie sessualmente trasmissibili, mentre il 90% lo usa semplicemente per evitare gravidanze indesiderate. Soprattutto, solo uno su tre utilizza sempre il contraccettivo.

Poi ci sono malattie, disfunzioni e disturbi che andrebbero trattati con l'ausilio dell'esperto. Il giovane, recalcitrante e rivelare eventuali problemi, tende a prediligere le vie dell'anonimato di Internet, che allo stesso tempo contribuisce a rappresentargli una realtà distorta – per modelli comportamentali e fisici – rispetto a quella necessaria ad edificare un approccio personale e maturo al sesso. Nonostante le paure – espressione della distorsione della realtà di cui sopra – solo lo 0,1% ha un micropene. Il 18% soffre di varicocele, che se non curato può portare all'infertilità; il 4% di criptorchidismo, ovvero mancata discesa completa dei testicoli nello scroto, il 3% di frenulo corto. Poi ci sono le paure che diventano ansie e che nell'atto sessuale possono esplicarsi in eiaculazione precoce o ansia da prestazione.

In ogni caso, sottolinea Nicola Mondaini, responsabile dello studio e medico dell'Unità di urologia dell'ospedale S. Maria Annunziata di Firenze, "si tratta di problemi semplicissimi da diagnosticare. Nella maggior parte dei casi è sufficiente una visita di pochi minuti. Purtroppo con l'abolizione della visita di leva è venuto meno un momento di screening fondamentale, proprio all'ingresso nella vita adulta, che in passato è servito a molti per risolvere disturbi che adesso restano non diagnosticati perchè per i maschi l'andrologo è totalmente sconosciuto e quasi nessuno ci va: 15 anni fa solo il 3 % dei giovani sapeva dell'esistenza di uno specialista di riferimento per la sessualità maschile, oggi siamo ancora attorno a un misero 10-15%".

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