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Influenza, nelle grandi città la stagione dei contagi dura più a lungo

Un team di ricerca americano ha dimostrato che le città più grandi ad alta densità hanno una stagione influenzale più lunga e uniforme. Nelle piccole città, d’altro canto, si rilevano picchi più intensi nell’alta stagione, che si concentrano in breve finestre temporali. Le differenze legate a urbanizzazione, umidità specifica e numero di abitanti.
A cura di Andrea Centini
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Nelle grandi città le condizioni climatiche hanno un impatto limitato sulla trasmissione dell'influenza, favorita invece dall'urbanizzazione e dai trasporti che canalizzano un elevatissimo numero di persone. Nelle metropoli ciò si traduce in una distribuzione più uniforme dei contagi nell'arco dell'intera stagione influenzale, anche all'inizio e alla fine di essa, quando le condizioni sarebbero teoricamente sfavorevoli alla “sopravvivenza” dei virus nell'aria. D'altro canto, nelle città più piccole, si registrano periodi più concentrati ma intensi dei picchi influenzali. Lo ha dimostrato un team di ricerca internazionale guidato da studiosi dell'Università Statale dell'Oregon, che hanno collaborato con i colleghi dell'Università del Maryland, dell'Università di Cambridge (Regno Unito), dell'Università Statale della Pennsylvania e di altri istituti statunitensi.

Gli scienziati, coordinati dal professor Benjamin D. Dalziel, docente presso il Dipartimento di Biologia integrativa dell'ateneo di Corvallis, sono giunti a questa conclusione dopo aver studiato a fondo la distribuzione delle epidemie influenzali di oltre 600 città americane. Gli studiosi hanno raccolto i dati relativi all'influenza tra il 2002 e il 2008 e li hanno incrociati con diversi parametri ambientali, urbanistici e demografici delle città. Fra essi i livelli di umidità, il numero di cittadini, la distribuzione dei mezzi di trasporto, la densità della popolazione e via discorrendo. Incrociando tutti i dati sono emersi chiaramente due schemi distinti nei casi di influenza: più diffusi e prolungati nelle metropoli, più concentrati in brevi finestre temporali dell'alta stagione nelle piccole città.

Uno dei parametri al centro di questa differenza sostanziale è l'umidità specifica. Durante la stagione invernale essa diminuisce drasticamente, e ciò permette alla “nuvola di virus” espulsa dagli starnuti di una persona malata di sopravvivere più a lungo nell'aria. È questo uno dei motivi per cui ci si ammala/contagia più facilmente durante le stagioni fredde, che favoriscono anche la penetrazione degli agenti patogeni nelle vie aeree superiori. In pratica, nelle grandi città, dove tantissime persone sono l'una accanto all'altra, il fattore dell'umidità specifica è meno influente sulla trasmissione, mentre nelle piccole città essa acuisce i contagi proprio quando diventa massima la “resistenza” delle nuvole di virus nell'aria. Con i risultati di questo studio, i cui dettagli sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science Advance, i ricercatori non vogliono indicare che alcune città sono più sicure di altre, ma semplicemente sottolineare il modo in cui si distribuisce l'influenza, un'informazione preziosa che potrebbe aiutare i sistemi sanitari a far fronte alle emergenze.

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