652 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Influenza aviaria trasmessa da gatto a uomo, primo caso a New York

Dopo uccelli e suini, le autorità sanitarie hanno scoperto che anche i gatti possono trasmettere l’influenza aviaria all’uomo. Il paziente è stato contagiato a New York, è un veterinario ed è già guarito, ma sono un centinaio i felini infettati dal ‘paziente zero’.
A cura di Andrea Centini
652 CONDIVISIONI
cat-1044750_640

Vero e proprio spauracchio nella prima decade del XXI secolo, l'influenza aviaria col passare degli anni ha perduto il suo potere mediatico, perlomeno in Occidente, pur essendo sotto costante controllo dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e talvolta ancora protagonista di eventi di una certa rilevanza, come quello segnalato a New York in queste ore, dove per la prima volta è stata evidenziata la trasmissione della malattia da gatto a uomo.

La preoccupazione degli esperti risiede principalmente nella poliedricità di questi virus, capaci di fare il salto tra le specie e trovare nuove strade per contagiare anche gli esseri umani, magari in forme più virulente e pericolose. Fortunatamente il caso di New York ha riguardato il ceppo H7N2, un tipo di influenza A piuttosto labile nella sintomatologia e anche raro dal punto di vista della diffusione. L'uomo colpito, un veterinario, è infatti già guarito dopo aver sofferto soltanto lievissimi disturbi influenzali.

Il cosiddetto “paziente zero”, il gatto al quale è stato trasmesso il virus da uccelli malati, è stato abbattuto dai veterinari poiché anziano e in condizioni di salute molto precarie, tuttavia ha fatto in tempo ad infettare una quarantina di gatti di un rifugio di Manhattan, che a loro volta hanno contagiato altri cinquanta esemplari in città. Si teme che il virus possa rapidamente infettare anche altre colonie di felini, ma tutti quelli colpiti sono ora sotto stretto controllo veterinario e non sono in pericolo di vita.

Le autorità sanitarie cittadine ritengono che l'uomo possa essersi contagiato trattando troppo da vicino gli animali infetti, probabilmente tenendo il viso accanto al loro muso. I test eseguiti sugli altri lavoratori del rifugio hanno dato esito negativo, così come quelli su conigli e cani della città, analizzati per sicurezza. In base alle stime fornite dall'OMS, dal 2003 in tutto il mondo sono stati registrati oltre 450 decessi legati all'influenza aviaria e un migliaio di contagi, principalmente legati alle forme H7N9 e H5N1. Ingenti i danni economici causati dall'abbattimento di interi allevamenti di animali, principalmente polli, oche e galline, ma anche suini. Da oggi sarà necessario monitorare attentamente anche i nostri amici felini.

[Foto di Alexas_Fotos]

652 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views