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Indizi di un’antichissima “Atlantide” britannica emersi dal Mare del Nord

Durante una spedizione condotta al largo del Mare del Nord, a circa 80 chilometri dalla costa olandese, un team di ricerca internazionale ha recuperato due frammenti di strumenti in pietra e campioni di torba e legna risalenti all’Olocene. Si ritiene che qui vi sorgesse un’antica valle fluviale preistorica popolata da migliaia di uomini, una Atlantide britannica che fu sommersa al termine dell’ultima era glaciale.
A cura di Andrea Centini
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Nel cuore del Mare del Nord meridionale sono stati trovati reperti e altri indizi di un antichissimo insediamento umano di circa ottomila anni, una sorta di Atlantide britannica popolata da migliaia di abitanti sommersa al termine dell'ultima era glaciale, a causa del conseguente innalzamento del livello dei mari. A individuarlo è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Istituto marino delle Fiandre (VLIZ), che hanno collaborato con i colleghi dell'Università di Lamperer (Olanda), dell'Università del Galles Trinity Saint David, dell'Università di Bradford (Regno Unito) e dell'Università di Ghent (Belgio).

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Spedizione. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Tine Missiaen, non hanno scoperto l'area dell'insediamento per caso, ma si sono basati su manufatti e altri reperti (di ossa e pietra) che da decenni pescatori, navigatori e compagnie di estrazione petrolifera recuperano in un'area del Mare del Nord chiamata Brown Bank, un ricco ecosistema sito a circa 80 chilometri dalla costa occidentale olandese. Gli scienziati hanno analizzato nel dettaglio i dati raccolti dalle varie compagnie che operano al largo per l'estrazione di gas e petrolio, e hanno così ottenuto una mappa molto dettagliata del fondale marino. Giunti in zona con la nave da ricerca scientifica RV Belgica hanno fatto ulteriori rilievi – con tecniche e acustiche e prelievo di campioni – e hanno individuato i siti più promettenti per potenziali insediamenti umani, sia sopra che sotto la superficie del fondale.

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Atlantide britannica. Tra il materiale recuperato ci sono torba e legno risalenti all'Olocene, che suggeriscono la presenza di una grande area boschiva che sorgeva nell'area, prima di venire sommersa dal mare. Missiaen e colleghi ritengono che questa zona un tempo fosse una florida valle fluviale preistorica, abitata da migliaia di persone. A sostegno di questa teoria il ritrovamento di due manufatti in pietra, un piccolo pezzo di selce lavorato e la porzione più grande di un martello, strumenti appartenuti agli antichi abitanti dell'Atlantide britannica.

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Nuove indagini. Nell'area, soprannominata Doggerland, verranno condotte ulteriori ricerche per individuare altri reperti e la posizione esatta degli insediamenti. I dettagli sulla spedizione scientifica sono stati pubblicati sul sito dell'Università del Galles Trinity Saint David.

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