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In venti anni abbiamo dimezzato le farfalle

Secondo un rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente la popolazione delle farfalle di prato si è quasi dimezzato dal 1990 al 2011.
A cura di Redazione Scienze
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Era il 1962 quando Rachel Carson, biologa americana, denunciava in "Primavera silenziosa" il pericolo costituito dai pesticidi. Negli anni Settanta Greenpeace avvisò che la tossina Bt contenuta in alcuni pesticidi "è tossica per numerosi insetti, non solo per quelli dannosi che si vorrebbe colpire". Farfalle comprese. Oggi l'Agenzia europea dell'ambiente presenta un quadro desolante: dal 1990 al 2011 la popolazione delle farfalle si è ridotta di quasi il 50% nei 20 stati europei presi in considerazione dalla ricerca. Responsabile del dimezzamento è il processo di progressiva erosione delle campagne, con l'habitat naturale delle farfalle sempre più esiguo. Contestualmente aumentano le colture intensive, nelle quali il largo uso di pesticidi, così come denunciava Greenpeace circa quarant'anni fa, risulta fatale non solo ai parassiti, ma anche ai colorati insetti. Su 17 specie, 8 sono in calo, 1 in crescita, 2 stabili e 6 incerti. Un processo di riduzione della popolazione delle farfalle che sembra non accennare a diminuire, specie "in alcune regioni dell'Europa nord-occidentale, [dove] le farfalle di prato sono ormai quasi limitate ai cigli stradali, alle diramazioni ferroviarie, ai luoghi rocciosi, alle paludi, alle riserve naturali", così come chiarito dalla stessa Agenzia.

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