44 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

In Italia viviamo sempre di più, ma ci riempiamo di farmaci: 82 anni di media

Il popolo italiano si conferma uno dei più longevi del pianeta: è infatti al quarto posto tra quelli dei Paesi industrializzati con un’aspettativa di vita di 82,6 anni, dietro a giapponesi, spagnoli e svizzeri.
A cura di Andrea Centini
44 CONDIVISIONI
Immagine

L'aspettativa di vita in Italia è di 82,6 anni, al quarto posto fra i 35 Paesi membri dell'OCSE, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. È quanto emerge dal rapporto “Panorama della Salute 2017” (Health at a Glance 2017) pubblicato sul sito dell'organizzazione internazionale, che ogni anno tratteggia una fotografia sulla qualità della vita dei cittadini delle nazioni più industrializzate del pianeta. Sotto l'occhio vigile degli esperti anche gli interventi sanitari, i costi, il livello di assistenza, le disuguaglianze regionali, la diffusione di determinati farmaci e tutto ciò che abbraccia il tema salute.

A precederci nella classifica della longevità troviamo il Giappone con 83,9 anni, seguito dalla Spagna e dalla Svizzera con 83 anni a testa. I livelli più bassi di aspettativa di vita, sempre per i Paesi OCSE, si registrano invece in Lettonia (74,6 anni) e Messico, fanalino di coda con 75 anni. I dati si riferiscono all'anno 2015. Alla longevità elevata che caratterizza il nostro Paese seguono tuttavia sfide impegnative nella gestione di una popolazione sempre più vecchia, a causa di un numero molto elevato di pazienti affetti da patologie croniche e degenerative. Non è un caso che l'Italia si trovi al secondo posto per casi di demenza, come il morbo di Alzheimer, che colpisce il 2,3 percento della popolazione. Questa cifra è probabilmente destinata a salire al 3,4 percento entro venti anni.

Il nostro Paese è fortunatamente uno dei migliori in assoluto per quanto concerne la qualità della copertura sanitaria, anche quella di base, tant'è che i tassi di sopravvivenza per i malati di cancro e le persone colpite da eventi cardiovascolari acuti sono ai vertici dell'OCSE. I costi risultano inoltre mediamente più bassi rispetto a quelli di altre nazioni di pari livello: soltanto il 4,8 percento degli italiani ha rinunciato a consultarsi con un medico a causa della spesa da affrontare. Nonostante i dati positivi, la spesa sanitaria risulta essere di 3.391 dollari a persona, più bassa della media OCSE, inoltre in Italia sussistono sensibili differenze territoriali tra i servizi sanitari offerti tra Nord e Sud.

Tra le note negative registrate dall'OCSE vi è il rapporto numerico tra medici e infermieri, con 1,4 infermieri per ogni medico, e il fatto che i medici tendano a prescrivere spesso farmaci con marchio e non il principio attivo, rallentando di fatto la diffusione dei farmaci generici. Un dato preoccupante riguarda anche le prescrizioni degli antibiotici, al quarto posto tra i Paesi industrializzati, una classifica da abbattere per il rischio legato alla cosiddetta antibiotico-resistenza degli agenti patogeni.

44 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views