Il vaccino di Johnson & Johnson efficace contro la variante Delta, anche a 8 mesi dall’inoculazione
Il vaccino anti Covid di Johnson & Johnson ha un'elevata attività neutralizzante anche contro la variante Delta, il lignaggio del coronavirus SARS-CoV-2 che attualmente sta preoccupando di più gli esperti. Lo ha annunciato il colosso farmaceutico americano in un comunicato stampa, sulla base dei risultati di due diversi studi in pre-stampa, uno dei quali è stato già approvato per la pubblicazione su una rivista scientifica. Dalle nuove indagini è emerso anche che gli anticorpi indotti dal vaccino a singola dose Ad26.COV2.S o JNJ-78436735 – sviluppato da Janssen Pharmaceutica e Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) – sono in grado di neutralizzare la variante Delta (o ex seconda indiana B.1.617.2) anche a otto mesi dalla somministrazione. In altri termini, chi ha ricevuto il vaccino di Johnson & Johnson risulterebbe protetto dalla famigerata variante di preoccupazione anche molti mesi dopo l'inoculazione.
Naturalmente non va dimenticato che l'efficacia di un qualsiasi vaccino – compresi quelli anti Covid – non è mai pari al 100 percento. Ad esempio, durante i trial clinici è stato dimostrato che i vaccini a RNA messaggero di Pfizer-BioNTech e Moderna-NIAID hanno mostrato un'efficacia contro la COVID-19 sintomatica attorno al 95 percento, mentre il monodose di Johnson & Johnson si è attestato al 66 percento. Sebbene i numeri parlino chiaro, va comunque tenuto presente che quest'ultimo è stato testato quando erano già in circolazione diverse varianti di preoccupazione con mutazioni di fuga immunitaria (in grado di ridurre l'efficacia degli anticorpi), inoltre si basa su una tecnologia differente – il vettore adenovirale, come il Vaxzevria di AstraZeneca – che stimola il sistema immunitario in modo specifico. Pertanto fare paragoni diretti tra i freddi numeri non è semplice né immediato. Ciò che conta, come indicato da Johnson & Johnson, è la prolungata protezione anche dalla variante Delta, attualmente dominante nel Regno Unito – dove provoca oltre il 95 percento dei contagi – e in rapida ascesa in Europa e negli Stati Uniti.
Nel primo dei due studi presentati a biorXiv giovedì 1 luglio gli scienziati hanno testato l'attività neutralizzante degli anticorpi di otto partecipanti vaccinati in seno studio di Fase 3 “ENSEMBLE”. Dalle analisi è emerso che l'attività anticorpale contro la variante Delta è risultata essere persino più efficace di quella dimostrata contro la variante Beta, ex variante sudafricana B.1.351. Il vaccino di Johnson & Johnson era stato testato proprio in Sud Africa, dove aveva mostrato una protezione elevatissima contro la COVID-19 grave e fatale. Nel secondo studio, condotto da scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center coordinati dal professor Dan Barouch, è stato dimostrato che sia la risposta anticorpale che quella cellulare indotte dal vaccino sono durate almeno otto mesi, con un aumento progressivo degli anticorpi e la forte produzione di cellule T (in particolar modo di cellule T CD8+), che sono specializzata nella caccia e nella distruzione delle cellule già infettate dal patogeno pandemico.
“I dati attuali su otto mesi mostrano che il vaccino COVID-19 a iniezione singola di Johnson & Johnson genera una forte risposta anticorpale neutralizzante che non diminuisce; piuttosto, osserviamo un miglioramento nel tempo. Inoltre, osserviamo una risposta immunitaria cellulare persistente e particolarmente robusta e duratura”, ha dichiarato in professor Mathai Mammen, dirigente ricercatore presso Janssen Research & Development, sezione di Johnson & Johnson responsabile della creazione del vaccino. “Riteniamo che il nostro vaccino offra una protezione duratura contro la COVID-19 e susciti un'attività neutralizzante contro la variante Delta. Ciò si aggiunge al solido corpo di dati clinici che supportano la capacità del nostro vaccino a iniezione singola di proteggere da molteplici varianti di preoccupazione”, gli ha fatto eco Paul Stoffels, vicepresidente del comitato esecutivo e direttore scientifico di Johnson & Johnson. La società americana ha deciso di divulgare i risultati degli studi prima della pubblicazione poiché molte persone vaccinate con l'Ad26.COV2.S iniziavano a domandarsi quanto fossero protette dalla variante emersa in India. Sebbene i risultati siano rassicuranti, diversi esperti hanno iniziato a raccomandare un richiamo per potenziare per l'efficacia protettiva proprio contro la variante Delta, caratterizzata da una trasmissibilità superiore (fino al 60 percento), da una potenziale maggiore aggressività e capacità elusive.