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Covid 19

Il vaccino Covid di Pfizer si può conservare a -20° C per due settimane: perché è un’ottima notizia

La Food and Drug Administration (FDA) americana ha annunciato che il vaccino anti COVID di Pfizer-BioNTech (chiamato tozinameran/BNT162b2) può essere conservato per due settimane nei normali congelatori per farmaci, a – 20° C. Fino ad oggi era noto che per la conservazione fosse necessaria una temperatura ultrafredda compresa tra -70 e -80° C. Ecco perché questo cambiamento rappresenta un’ottima notizia.
A cura di Andrea Centini
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Il vaccino anti COVID di Pfizer può essere conservato a una temperatura di congelamento di – 20° C per due settimane. In questo lasso di tempo, infatti, non perde la sua fondamentale stabilità. Si tratta di un'ottima notizia poiché fino ad oggi si sapeva che per conservare correttamente il tozinameran/BNT162b2 (nome commerciale Comirnaty) fosse necessaria una temperatura “ultrafredda” tra i – 70 e i – 80° C, fino allo scongelamento. Grazie a nuove indagini condotte dal colosso farmaceutico, tuttavia, è stato dimostrato che per 14 giorni è possibile mantenerlo anche in condizioni meno estreme. Ciò avrà un impatto positivo sulla distribuzione e sullo stoccaggio dei flaconcini, che necessitano di contenitori speciali per essere trasportati.

Ad annunciare la possibilità di poter conservare il vaccino di Pfizer a una temperatura più alta è stata la Food and Drug Administration (FDA), l'agenzia federale statunitense che si occupa della regolamentazione di farmaci, prodotti alimentari e terapie sperimentali. La FDA “consentirà il trasporto e la conservazione delle fiale congelate non diluite del vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19 alle temperature convenzionali che si trovano comunemente nei congelatori farmaceutici per un periodo massimo di due settimane”, si legge nel comunicato stampa dell'agenzia. A sottolineare i benefici di questa novità il dottor Peter Marks, direttore del Center for Biologics Evaluation and Research della FDA: “La temperatura alternativa per il trasporto e lo stoccaggio contribuirà a ridurre l'onere di acquistare celle frigorifere ultra fredde per i siti di vaccinazione e dovrebbe aiutare a far arrivare il vaccino in più siti”.

Il limite della conservazione a una temperatura tra i – 70 e i – 80° C, infatti, consiste principalmente nel fatto che è necessaria attrezzatura molto specializzata e costosa, non disponibile ovunque. Ciò riduce in modo significativo la possibilità di stoccare e trasportare le dosi, soprattutto nelle aree rurali e povere del mondo, dove le infrastrutture adeguate sono pochissime o del tutto assenti. Poter trasportare e stoccare i flaconcini in congelatori farmaceutici tradizionali amplierà sensibilmente il numero di siti in cui sarà possibile conservare e somministrare il vaccino. Al di là della novità delle due settimane a – 20° C, infatti, ricordiamo che il tozinameran/BNT162b2 una volta scongelato può essere mantenuto in un normale frigorifero (con temperature tra comprese tra i 2 e gli 8° C) per cinque giorni, prima di deteriorarsi. Dunque si tratta di una finestra di tempo più che sufficiente per far arrivare i flaconcini ovunque e prepararli alla somministrazione, senza dover passare necessariamente per la catena dell'ultrafreddo.

Il vaccino anti COVID di Pfizer e della società di biotecnologie tedesca BioNTech si basa sulla nuova tecnologia dell'RNA messaggero, che viene “confezionato” in nanoparticelle lipidiche per essere inoculato. Una volta liberato nell'organismo, spinge le cellule umane (nello specifico i ribosomi) a produrre la proteina S o Spike del coronavirus SARS-CoV-2, affinché il sistema immunitario la riconosca e identifichi come nemica. In questo modo si sviluppano gli anticorpi neutralizzanti e le altre cellule che garantiscono l'immunità, lo "scudo" che protegge nel caso in cui si venisse esposti al patogeno. Le temperature di conservazione particolarmente basse sono necessarie perché l'RNA si deteriora rapidamente, inoltre le nanoparticelle lipidiche tendono aggregarsi con facilità; fortunatamente, è stato dimostrato che possono resistere a una temperatura più alta di quella stimata in precedenza.

Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The New England Journal of Medicine ha dimostrato che il vaccino di Pfizer-BioNTech ha un'efficacia del 94 percento anche nel mondo reale e non solo in test sperimentali (lo studio si basa sui dati di 1,2 milioni di cittadini israeliani), pertanto sapere che il farmaco potrà essere distribuito con maggiore facilità è un'ottima notizia per il prosieguo della campagna vaccinale globale. La pandemia, del resto, non sarà vinta fino a quando il virus non verrà sconfitto in ogni parte del mondo, e non solo a “casa propria”.

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