Il tumore contagioso che si diffonde tra i molluschi
Uno studio guidato dai ricercatori del Columbia University Medical Center suggerisce che la trasmissione diretta del cancro tra alcuni animali marini potrebbe essere più comune di quanto ipotizzato fino ad oggi.
Tumori tra cozze e vongole
Secondo Stephen Goff e i suoi colleghi canadesi e spagnoli che hanno preso parte al lavoro, in diversi bivalvi, come alcune specie vongole e cozze, le cellule cancerose si diffonderebbero da animale ad animale attraverso l'acqua marina, dando origine ad una malattia simile alla leucemia: malattia dalla quale, in effetti, risultano affetti molti bivalvi in differenti parti del mondo.
Il fenomeno è particolarmente interessante poiché costituisce uno dei rari casi di trasmissione diretta di cellule cancerose, ossia non mediata da virus: fino a pochi anni fa, infatti, qualcosa del genere era stato osservato soltanto in pochissime specie, ad esempio nei diavoli della Tasmania.
Il tumore si trasmette tra le specie
Già l'anno scorso, però, il gruppo di Goff aveva osservato nella vongola dalla conchiglia morbida, chiamata Mya arenaria, una sospetta malattia tumorale riconducibile ad un virus. In seguito alle ricerche, il team si è interrogato sulla possibilità che le cellule cancerose potessero essere a loro volta contagiose per le cellule sane di altre specie di molluschi, anche in assenza del virus. Gli studi, così si sono concentrati sul Mytilus trossulus, sostanzialmente una cozza oceanica, sul Cerastoderma edule, mollusco dell'Oceano Atlantico, e sulle vongole Polititapes aureus che vivono lungo le coste spagnole e canadesi.
In ciascuna specie i ricercatori hanno scoperto che i tumori venivano causati da cloni indipendenti di cellule cancerose, geneticamente distinte dai loro ospiti; addirittura in un caso l'infezione da cellula proveniva da una specie diversa, testimoniando così una trasmissione da specie a specie.
Come avviene il contagio?
Il prossimo passo degli studiosi sarà proprio quello di indagare nelle mutazioni all'origine di questa trasmissione tra specie e specie. Sulle modalità in cui il fenomeno accade, comunque, non c'è ancora grande chiarezza. È possibile che i bivalvi malati rilascino le cellule cancerose quando muoiono e che queste cellule possano sopravvivere abbastanza a lungo nell'acqua per poi essere “prese” da altri ospiti: sostanzialmente, quindi, queste cellule si diffonderebbero nell'ambiente secondo un meccanismo non diverso da quello della migrazione delle cellule che porta al disseminarsi delle metastasi nell'organismo. Vongole e cozze, del resto, sono dei filtri passivi, hanno un sistema immunitario sottosviluppato e mancano delle risorse necessarie per rispondere ad un attacco del genere, spiegano i ricercatori.
I risultati del lavoro in un articolo pubblicato da Nature.