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Il supervulcano dello Yellowstone minaccia l’umanità: il piano della NASA per raffreddarlo

L’Agenzia aerospaziale americana ha messo a punto un progetto per raffreddare il supervulcano dello Yellowstone, attraverso un foro di 10 chilometri e acqua ad alta pressione. In caso di esplosione, infatti, potrebbe scatenare un inverno vulcanico di anni.
A cura di Andrea Centini
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Scienziati della NASA hanno elaborato un piano per raffreddare il supervulcano che giace al di sotto del Parco Nazionale dello Yellowstone. Il fine è quello di prevenirne l'esplosione, i cui catastrofici effetti rappresenterebbero una seria minaccia per l'intera umanità. Le probabilità che possa verificarsi un evento del genere in tempi brevi sono piuttosto scarse, tuttavia i ricercatori stimano che l'esplosione di un supervulcano – sulla Terra ce ne sono una dozzina – avvenga in media una volta ogni centomila anni, mentre per lo Yellowstone l'intervallo sarebbe di 600mila anni.

Si tratta dunque di un pericolo da non sottovalutare, il cui rischio principale, in caso di “supereruzione”, è quello di un temutissimo inverno vulcanico della durata di anni. L'enorme nube di cenere proiettata dall'esplosione riuscirebbe infatti a oscurare il Sole bloccandone i raggi, farebbe crollare repentinamente le temperature e causerebbe lo stop della fotosintesi clorofilliana. Lo scenario sarebbe simile a quello avvenuto 66 milioni di anni fa, quando i devastanti incendi innescati dall'asteroide Chicxulub oscurano il Sole per un biennio, determinando l'estinzione dei dinosauri. Si tratterebbe dunque di una vera e propria catastrofe, anche alla luce del fatto che, secondo una stima elaborata dalle Nazioni Unite nel 2012, le risorse alimentari per l'umanità in queste condizioni durerebbero soltanto due mesi e mezzo (74 giorni).

Gli studiosi della NASA, coordinati dal professor Brian Wilcox del JPL, ritengono che raffreddare l'immensa camera magmatica del supervulcano dello Yellowstone sia la miglior soluzione per evitare il rischio di esplosione. In base ai calcoli, la temperatura dovrebbe essere ridotta del 35 percento, e per farlo si potrebbe usare acqua ad alta pressione attraverso un foro profondo 10 chilometri. L'idea è quella di costruire una vera e propria stazione geotermica in loco, non solo in grado di “salvare l'umanità”, ma anche di produrre energia pulitissima, una sorta di incentivo alle aziende private che dovrebbero partecipare alla realizzazione dell'opera. Una simile struttura ha infatti un costo stimato di ben 3,46 miliardi di dollari.

Pur essendo tecnicamente realizzabile, sul progetto incombe un pericolo da non sottovalutare. Se il foro venisse creato per errore sopra la camera magmatica si potrebbe favorire il rilascio di gas nocivi e far collassare l'intera struttura, incentivando il rischio esplosione anziché eliminarlo. Le preoccupazioni per lo Yellowstone sono fondate, ma il supervulcano più pericoloso al mondo si trova proprio in Italia ed è quello dei Campi Flegrei. In base alle ultime indagini starebbe dando segnali di risveglio dopo 500 anni di inattività, costringendo gli scienziati dell'INGV a un monitoraggio costante.

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