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Il superammasso Iperione emerge dallo spazio profondo: è il colosso più antico dell’Universo

Un team di ricerca internazionale guidato dall’astrofisica italiana Olga Cucciati ha scoperto nel cuore della costellazione del Sestante un superammasso dell’Universo primordiale, evolutosi appena 2,3 miliardi di anni dopo il Big Bang. L’oggetto, chiamato Iperione, ha una struttura peculiare ed è il più grande e antico del suo genere.
A cura di Andrea Centini
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Scoperto il più antico e massiccio superammasso di galassie dell'Universo primordiale, un colosso cosmico che gli scienziati hanno deciso di chiamare Iperione (Hyperion), come il titano pilastro dell'est. A identificarlo un team di ricerca internazionale guidato da studiosi italiani dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e dell'Università di Bologna, che hanno collaborato con i colleghi dell'Università di Aix-Marsiglia e dell'Università della California. Iperione è stato individuato grazie a un altro gigante, il Very Large Telescope (VLT) dell'Osservatorio Europeo Australe, sito nel cuore del deserto di Atacama in Cile.

I superammassi di galassie sono tra i più grandi oggetti cosmici dell'Universo, e quello appena scoperto ha una massa pari a ben 5mila miliardi di soli. Si tratta di un colosso unico e affascinante poiché è antichissimo; risale infatti a quando l'Universo aveva “appena” 2,3 miliardi di anni. Gli scienziati in passato credevano che superammassi di queste dimensioni non potessero crearsi in così poco tempo. “Normalmente queste tipologie di strutture sono note ai redshift più bassi, il che significa che l'Universo ha avuto molto più tempo di evolvere e costruire cose enormi; è stata una sorpresa vedere un oggetto del genere che si è evoluto quando l'Universo era relativamente giovane”, ha dichiarato la dottoressa Olga Cucciati dell'ateneo bolognese, la principale autrice dell'affascinante studio.

Essendo così antico, Hyperion mostra caratteristiche molto particolari. Rispetto ai superammassi più giovani e vicini, ad esempio, ha una massa distribuita in modo decisamente più uniforme, “in una serie di blocchi collegati, popolati da associazioni libere di galassie”, ha sottolineato il professor Brian Lemaux, astronomo dell'Università della California (Davis). Le sue dimensioni sono analoghe a quelle dei superammassi vicini, ma ha una struttura sensibilmente diversa, con almeno sette regioni ad alta densità collegate fra loro da filamenti di galassie.

Le sue caratteristiche sono state determinate grazie allo strumento VIMOS Ultra-Deep Survey installato sul VLT, che offre una mappa 3D estremamente dettagliata di migliaia di galassie dell'Universo primordiale. Iperione è stato individuato nel cuore della costellazione del Sestante, e il suo studio aiuterà gli astrofisici a capire come l'Universo si è sviluppato nel passato e come potrebbe evolvere nel futuro. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati su arXiv.

[Credit: ESO/L. CALÇADA & OLGA CUCCIATI ET AL.]

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