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Il solstizio d'estate a Villa Adriana

Secondo un’archeologa italiana due edifici di Villa Adriana, a Tivoli, sarebbero orientati in modo da ricevere il sole soltanto in occasione dei solstizi: probabilmente in collegamento ad alcuni riti provenienti dall’Egitto.
A cura di Nadia Vitali
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Villa-Adriana

Conosciamo Villa Adriana, sorta di paradiso terrestre che sorge a Tivoli, a circa trenta chilometri dalla caotica capitale: un autentico gioiello in cui si mette piede per essere immediatamente trasportati fuori dal tempo, nello spettacolare scenario che gli architetti di secoli fa pensarono ed immaginarono per l'Imperatore Adriano, che qui veniva a trovare riposo, per sfuggire alla confusione di Roma. Lì, tra piscine, natura e marmi, Adriano si godeva la totale rilassatezza e sfuggiva agli intrighi del potere: ma, secondo quanto sostiene un articolo di Nature, anche lì l'Imperatore ci teneva a non perdere la cognizione del tempo.

Marina De Franceschini, archeologa italiana, da sempre studiosa ed appassionata di ville romane e della dimora imperiale di Tivoli, sostiene che, infatti, l'allineamento di alcuni palazzi era stato progettato in modo da poter ricevere un particolare tipo di illuminazione in occasione del solstizio estivo. Da sempre gli studiosi non hanno prestato particolare attenzione alla disposizione degli edifici all'interno del magnifico parco, ipotizzando che questa fosse frutto di una casualità. Ma, stando a quanto sostiene l'archeologa, le cose non starebbero così: nell'edificio chiamato Roccabruna, infatti, solo in corrispondenza del 21 giugno, attraverso una apertura cuneiforme posta sopra l'ingresso principale, entrerebbe il sole che andrebbe a colpire una nicchia che si trova all'interno di fronte. Nella poco distante Accademia, raggi di sole passano attraverso una serie di porte, durante entrambi i solstizi.

roccabruna

I due edifici sono collegati da una passeggiata che, secondo Marina De Franceschini, era una strada sacra proprio durante i solstizi, legata probabilmente a riti che si rifacevano alla religione dell'antico Egitto: numerose erano in queste occasioni le cerimonie collegate alla divinità Iside che fu importata a Roma. Vera o falsa che sia questa interpretazione della studiosa, che rimanda a credenze provenienti da una civiltà antichissima, resta di indiscutibile il fascino e meriterà di essere approfondita. In verità, prosegue Nature, sono pochi gli edifici classici dei quali si è studiato l'allineamento astronomico: questo genere di operazione, infatti, risulta di gran lunga più facile con le strutture preistoriche che si trovano in territori aperti, esempio su tutti Stonehenge.

Ma del resto, durante l'antichità, architetti, costruttori e committenti erano assai avvezzi a questo tipo di particolarità, che testimoniavano la cura che si adottava nel tirare su edifici e, quindi, il proprio prestigio. Un'immagine celebre in proposito giunge, ancora, dall'antico Egitto e dal meraviglioso tempio di Abu Simbel: lì, per volere del faraone Ramses II che ne volle la costruzione, l'edificio venne orientato in modo tale che solo per due giorni l'anno il primo raggio del sole si focalizzasse sul volto della statua del regnante, ovvero il 21 febbraio, giorno della sua nascita, ed il 21 ottobre, giorno della sua incoronazione. Quale modo migliore per festeggiarsi.

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