62 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il segreto della luce verde dei vermi di fuoco delle Bermuda che ipnotizzarono Colombo

Un team di ricerca internazionale ha scoperto che i vermi di fuoco delle Bermuda hanno un enzima per la bioluminescenza completamente diverso da quello sfruttato da altre specie con la stessa capacità, come pesci abissali e lucciole. I vermi, che si ‘accendono’ la terza notte dopo la Luna piena con una precisione svizzera, ipnotizzarono Cristoforo Colombo quando giunse sulle coste del continente americano.
A cura di Andrea Centini
62 CONDIVISIONI
Credit: James B. Wood
Credit: James B. Wood

La spettacolare bioluminescenza dei vermi di fuoco delle Bermuda (Odontosyllis enopla) è unica in natura, grazie al coinvolgimento di enzimi completamente diversi da quelli sfruttati da altre specie in grado di illuminarsi, come le lucciole. Si tratta di una scoperta importante non solo sotto il profilo zoologico, ma anche dal punto di vista clinico; una branca della ricerca biomedica moderna, infatti, sta studiando metodi per etichettare le molecole attraverso vari sistemi, compresa la luce, e poterle ‘accendere' con strumenti alternativi può offrire notevoli vantaggi. A svelare il segreto dei vermi delle Bermuda un team internazionale di scienziati, composto da studiosi della Divisione zoologica degli invertebrati presso il Museo Americano di Storia Naturale, dell'Università di New York e dell'Università Autonoma di Madrid.

Gli studiosi, coordinati dal professor Mercer R. Brugler, docente presso il New York City College of Technology, hanno analizzato il cosiddetto trascrittoma (l'insieme delle molecole di RNA) di dodici femmine di verme delle Bermuda recuperate a Ferry Reach, nell'arcipelago britannico sito nell'Oceano Atlantico. Dalle analisi è emerso che questi invertebrati sfruttano un enzima luciferasico diverso da quelli presenti in meduse, lucciole, funghi e altre specie in grado di emettere bioluminescenza. “È particolarmente eccitante trovare una nuova luciferasi perché se riesci a far illuminare le cose in particolari circostanze, ciò può essere davvero utile per etichettare le molecole per la ricerca biomedica”, ha dichiarato il professor Michale Tessler, un coautore dello studio.

L'affascinante bioluminescenza di questi vermi, appartenenti alla nutrita classe dei policheti, fu documentata per la prima volta probabilmente da Cristoforo Colombo nell'agosto del 1492, poco prima di attraccare in America. Descrisse il fenomeno equiparandolo a quello di candele mosse in alto e in basso sotto alla superficie dell'acqua. Secondo gli scienziati stava osservando la meravigliosa danza di questi vermi, che si accoppiano in estate e in autunno nella terza notte dopo la Luna piena. Il loro comportamento è incredibilmente preciso e sincronizzato; esattamente 22 minuti dopo il tramonto, i vermi femmina iniziano a risalire in superficie ed emettono la luce per attrarre i maschi. Poco dopo emergono anch'essi dai fondali e raggiungono le femmine, iniziando a illuminarsi. Sia maschi che femmine liberano i propri gameti in questo tripudio di luce biologica, per poi tornare nuovamente sul fondale, ‘spenti', dove costruiranno un nuovo tubo di detriti dove proteggersi. I dettagli sulla bioluminescenza dei vermi delle Bermuda sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PloS ONE.

[Credit: James B. Wood]

62 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views