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Il segreto dei pipistrelli vampiri che bevono sangue finalmente è stato svelato

Un team di ricerca danese ha scoperto che le tre specie di pipistrello vampiro che si nutrono esclusivamente di sangue hanno sviluppato un microbioma e un genoma peculiari, che gli consentono di sopravvivere ai tanti pericoli di una simile “dieta”.
A cura di Andrea Centini
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Le tre specie di pipistrello vampiro (Desmodontini) che si nutrono soltanto di sangue hanno sviluppato una flora intestinale e un genoma estremamente peculiari che gli permettono di sopravvivere con questa pericolosa alimentazione. Sebbene infatti possa sembrare un alimento come un altro, il sangue nasconde diverse insidie per chiunque dovesse farne incetta. Basti pensare che il vampiro vero di Azara (Desmodus rotundus), il vampiro dell'Amazzonia (Diaemus youngi) e il vampiro senza coda (Diphylla ecaudata) ogni giorno ne bevono una quantità pari al 50 percento del loro peso.

Tra i rischi principali del sangue vi è l'elevato contenuto di ferro, che può essere causa di un vero e proprio avvelenamento, inoltre, poiché si tratta di un liquido, a lungo andare possono presentarsi diverse complicazioni ai reni. Va poi considerato il fatto che per il 93 percento questo fluido è composto da proteine e solo in minima parte da vitamine e carboidrati, un mix tutt'altro che bilanciato e nutriente per un qualsiasi mammifero. Infine va tenuto presente che nel sangue sono presenti numerosi agenti patogeni responsabili di malattie, come i virus. Insomma, nutrirsi solo di questo fluido richiede degli adattamenti molto specifici, che sono stati finalmente scoperti da un team di ricerca guidato dall'Università di Copenaghen (Danimarca).

Gli studiosi, coordinati dalla professoressa M. Lisandra Zepeda Mendoza, ricercatrice presso il Centre for GeoGenetics e il Museo di storia naturale della Danimarca, per svelare il segreto dei pipistrelli ematofagi hanno effettuato un esame del cosiddetto “ologenoma” (che comprende sia il genoma che il microbioma intestinale) grazie a campioni di escrementi. Dalle analisi è emerso che questi pipistrelli, evolutisi da specie frugivore e insettivore, possiedono una flora intestinale “assassina”, caratterizzata da più di 280 specie batteriche in grado di causare malattie negli altri mammiferi.

Il genoma è invece risultato più affine a quello degli altri chirotteri, pur contenendo un numero maggiore di trasposoni, elementi genetici in grado di spostarsi da una parte all'altra del genoma. I trasposoni, e in particolar modo quello chiamato MULE-MuDR, sono stati trovati associati alle aree coinvolte nella risposta immunitaria, nei processi metabolici legati a lipidi e vitamine e nella difesa virale. Secondo Mendoza e colleghi sarebbero proprio queste parti del genoma a proteggere i pipistrelli dalle insidie del sangue. Il letale microbioma sarebbe coevoluto con questo particolare genoma e giocherebbe anch'esso un ruolo nell'immunità, oltre che nella digestione. I dettagli su questa affascinante ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature.

[Credit: Dipartimento ICA, Perù]

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