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Il rumore del traffico stradale e ferroviario aumenta il rischio di Alzheimer

Analizzando i dati di circa 2 milioni di cittadini residenti in Danimarca tra il 2004 e il 2017, un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università della Danimarca meridionale ha determinato che il rumore provocato dal traffico stradale e ferroviario è associato al rischio di demenza. Ad aumentare sono soprattutto le probabilità di sviluppare l’Alzheimer.
A cura di Andrea Centini
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Il rumore provocato dal traffico stradale e ferroviario è associato a un maggior rischio di sviluppare demenza, in particolar modo il morbo di Alzheimer, la principale condizione neurodegenerativa associata al declino cognitivo. Si tratta di una scoperta estremamente significativa poiché l'Alzheimer rappresenta una vera e propria emergenza sanitaria globale; basti sapere che entro il 2050 si stima vi saranno oltre 130 milioni di pazienti in tutto il mondo. Tenendo presente l'impatto sulla salute, sociale ed economico della demenza, che colpisce profondamente anche le famiglie dei malati, conoscere tutti i fattori di rischio coinvolti può aiutare a ridurre sensibilmente decessi e tanta sofferenza.

A determinare che il rumore del traffico è associato a un rischio superiore di demenza è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università della Danimarca meridionale, del Centro di ricerca danese sul cancro di Copenaghen e dell'Università Roskilde, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Università di Copenhagen, del Dipartimento di Neurologia dell'Ospedale di Slagelse, del Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università di Aarhus, del Centro globale per la ricerca sull'aria pulita (GCARE) del Università del Surrey (Regno Unito) e di altri istituti danesi. Gli scienziati, coordinati dai professori Mette Sørensen e Manuella Lech Cantuaria, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un approfondito studio di osservazione sui dati di circa 2 milioni di cittadini con età uguale o superiore ai 60 anni residenti in Danimarca tra il 2004 e il 2017.

Dall'analisi statistica è emerso che 103.500 partecipanti allo studio presentavano demenza incidente, fra i quali 31.219 con diagnosi di Alzheimer; 8.664 di demenza vascolare; e 2192 di demenza correlata al morbo di Parkinson. Incrociando questi dati con quelli dei decibel prodotti dal traffico nei quartieri in cui vivevano, è stata rilevata un'associazione significativa col rumore prodotto dal costante transito dei treni e dei mezzi su strada. In altri termini, maggiore era il rumore prodotto dal traffico, superiori erano le probabilità di sviluppare una forma di demenza, in particolar modo l'Alzheimer. “Nelle analisi dei sottotipi – spiegano gli autori dello studio – sia il rumore del traffico stradale che il rumore ferroviario erano associati a un rischio più elevato di malattia di Alzheimer, con rapporti di rischio di 1,16 (intervallo di confidenza 95% da 1,11 a 1,22) per traffico stradale con un massimo ≥ a 65 decibel rispetto a < 45 decibel; di 1,27 (1,22 -1,34) per rumore stradale minimo ≥ 55 a decibel rispetto a < 40 decibel; di 1,16 (1,10 – 1,23) per rumore ferroviario massimo ≥ a 60 decibel rispetto a < 40 decibel; e di 1,24 (1,17 – 1,30) per rumore ferroviario minimo di ≥ 50 decibel rispetto a < 40 decibel”. “Il rumore del traffico stradale ma non ferroviario – hanno aggiunto gli studiosi – era associato a un aumento del rischio di demenza vascolare. I risultati hanno indicato associazioni tra traffico stradale e demenza correlata al morbo di Parkinson”, hanno spiegato i ricercatori.

Per comprendere quanto il traffico possa impattare sul rischio di demenza, basti pensare che degli 8.475 casi registrati in Danimarca nel 2017, ben 1.216 potrebbero essere stati causati dal rumore di automobili, camion, moto, treni e altri mezzi in transito. Va tenuto presente che si è trattato di uno studio di osservazione e dunque non è stato ricercato un rapporto di causa-effetto tra rumorosità del traffico e sviluppo della demenza, tuttavia l'associazione non è da sottovalutare visto il numero di persone coinvolte, il periodo di follow-up prolungato e la qualità dei dati relativi all'esposizione del rumore.

“Questa ricerca, con sede in Danimarca, non ci dice la causa dell'aumento del rischio di demenza, ma aggiunge prove che collegano l'esposizione all'inquinamento acustico alla demenza. Sebbene questo sia un ampio studio osservazionale che utilizza stime dettagliate dei livelli di rumore residenziale, considera solo il rumore stradale e ferroviario e non valuta i fattori di rischio legati allo stile di vita associati alla demenza, che potrebbero anche essere attribuiti all'aumento del rischio di demenza”, ha affermato in un comunicato stampa la dottoressa Rosa Sancho, a capo dell'Alzheimer's Research UK. “Sebbene l'eliminazione dell'inquinamento acustico possa avere effetti benefici per la nostra salute e il nostro benessere, non sappiamo ancora se sia d'aiuto nel ridurre il rischio di demenza. Le prove attuali suggeriscono che il modo migliore per sostenere la salute del cervello è rimanere fisicamente e mentalmente attivi, seguire una dieta sana ed equilibrata, non fumare, bere solo entro i limiti raccomandati e tenere sotto controllo peso, colesterolo e pressione sanguigna”, ha chiosato l'esperta. I risultati della ricerca danese dovranno essere dunque confermati da indagini più approfondite. I dettagli della ricerca “Residential exposure to transportation noise in Denmark and incidence of dementia: national cohort study” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The British Medical Journal.

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