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Il razzismo fa ammalare di più e accorcia la vita: così promuove le infiammazioni

Il razzismo e la discriminazione razziale non solo rappresentano una fonte di grande sofferenza psicologica per chi li subisce, ma anche un volano per le malattie, determinando un accorciamento della longevità. A dimostrarlo uno studio condotto da scienziati americani, che puntano il dito contro lo strisciante razzismo che imperversa nella società a stelle e strisce.
A cura di Andrea Centini
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La drammatica morte del quarantaseienne afroamericano George Floyd a Minneapolis, avvenuta lunedì 25 maggio in seguito all'arresto di alcuni poliziotti, ha riacceso i riflettori sul razzismo che serpeggia imperituro negli Stati Uniti, e che puntualmente balza agli onori della cronaca dopo episodi incresciosi come il suddetto. Questa volta, secondo gli esperti, anche a causa degli effetti della pandemia di coronavirus – perdita del lavoro, incertezza per il futuro, disagi dovuti al lockdown -, le manifestazioni per dire basta al razzismo sono diventate ancora più imponenti e diffuse, coinvolgendo in alcuni casi dei teppisti che hanno approfittato della situazione per compiere razzie, vandalismo e altri atti criminali (costati la vita ad alcune persone). Ma la situazione esplosiva che si sta vivendo negli USA non deve distogliere lo sguardo da un problema sociale profondamente radicato nella storia a stelle e strisce, che può avere drammatici effetti anche sulla salute.

Il razzismo e gli atti discriminatori, oltre a provocare disparità sociale, povertà e inaudita sofferenza nelle comunità, rappresentano infatti anche un catalizzatore per problemi sanitari, sia di natura fisica che mentale. Può determinarsi persino un'alterazione dell'attività genetica che sfocia in uno stato infiammatorio, in grado di esacerbare e promuovere la malattia, e di conseguenza di accorciare la vita. Non è un caso che nelle comunità degli afroamericani si registri un tasso più elevato di ipertensione, malattie cardiache, demenza senile (come il morbo di Alzheimer, la forma più diffusa), alcune tipologie di cancro – come il carcinoma mammario – e altre condizioni rispetto alle comunità bianche. Ad accendere i riflettori dell'impatto del razzismo sulla salute è la professoressa April Thames, docente di Psicologia e Psichiatria presso il prestigioso College di Letteratura, Arte e Scienza “Dornsife” dell'Unità della California del Sud. La scienziata, in un approfondito editoriale pubblicato sulla rivista “The Conversation”, ha citato una serie di studi e sondaggi che sottolineano il catastrofico effetto a catena del razzismo.

“La nostra società – spiega la professoressa Thames – è afflitta dal razzismo e dalla disuguaglianza razziale che non sono pienamente riconosciuti da tutti”. La scienziata ha citato innanzitutto lo studio “The Misperception of Racial Economic Inequality”, nel quale viene dimostrato come in tantissimi americani sopravvalutino i progressi compiuti contro il razzismo. Il 65 percento di essi, tuttavia, “è consapevole che è diventato più comune per le persone esprimere opinioni e comportamenti razzisti”, come mostra un sondaggio. “Il razzismo non è semplicemente un fatto di atteggiamenti o comportamenti negativi nei confronti delle altre persone. Il razzismo ha profonde radici storiche nella società americana, sostenute da politiche e pratiche istituzionali, in base alle quali le persone nere vengono sistematicamente trattate in modo diverso rispetto ai bianchi”, ha aggiunto la specialista. “Sebbene il razzismo possa essere meno palese oggi rispetto all'inizio del 20° secolo, le politiche e le norme del governo, il trattamento ingiusto da parte delle istituzioni sociali, gli stereotipi e i comportamenti discriminatori ricordano che il razzismo è ancora vivo – e contribuiscono a morte prematura e scarsa qualità della vita”.

La scienziata cita alcuni esempi. I neri vengono sottoposti più spesso a test antidroga nel caso della prescrizione di oppiacei, benché il sovradosaggio venga registrato più spesso tra i bianchi. Un sondaggio ha dimostrato che il 45 percento dei neri ha subito discriminazioni o ha avuto difficoltà a comprare o ad affittare una casa, in molti casi ricevendo un vero e proprio rifiuto (casi analoghi sono stati registrati più volte anche in Italia, dove il razzismo non è certamente solo un ricordo dell'epoca fascista). Le stesse difficoltà le sperimentano nell'accesso all'assistenza sanitaria, così come nel lavoro, dove tendenzialmente la società li spinge a impieghi più marginali e meno retribuiti. Anche il trattamento di parte della polizia negli USA spesso si basa su due pesi e due misure, con la tendenza a soprusi e ad atteggiamenti aggressivi guidati solo dalla razza.

Tutto questo si riflette sulla qualità della vita e sulla longevità delle persone. Nello studio “Experienced Discrimination and Racial Differences in Leukocyte Gene Expression” la dottoressa Thames e i colleghi, ad esempio, hanno dimostrato che i geni legati all'infiammazione sono espressi più spesso nei neri che nei bianchi. “Riteniamo che il razzismo ne sia la ragione”, ha sottolineato su The Coversation. Il razzismo, secondo una precedente ricerca, può inoltre compromettere alcune funzioni cerebrali come la memoria e l'apprendimento, come mostrato da alcuni test nei quali veniva chiesto di scrivere la propria razza prima di un esame. Attraverso la genomica sociale la professoressa Thames e i colleghi hanno inoltre fatto emergere che l'espressione dei geni può essere influenzata anche dalle condizioni sociali. Neri e bianchi presentano uno schema differente nei geni che svolgono un ruolo nell'infiammazione e nella protezione dell'organismo dai patogeni, un'alterazione che può essere spiegata dallo stress cronico scaturito da condizioni ambientali costantemente ostili, permeate da prevaricazione e discriminazione. Nello studio di cui sopra sono stati coinvolti partecipanti bianchi e neri con condizioni socioeconomiche simili, ed è stato rilevato che in più del 50 percento dei casi le differenze nell'espressione genica proinfiammatoria era legata proprio alla discriminazione. Ciò può spiegare come mai il razzismo possa rappresentare una seria minaccia alla salute fisica e alla longevità delle persone, oltre che fonte di grande sofferenza psicologica.

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