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Il pomodoro nero italiano rallenta l’invecchiamento: il segreto del Sunblack è nella buccia

Ricercatori del laboratorio PlantLab presso l’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa hanno svelato il segreto genetico della buccia nera del ‘SunBlack’, il pomodoro nero ricchissimo di antiossidanti creato nel 2008 incrociando due distinte varietà. Il colore è legato a un gene mutato che nei pomodori tradizionali sopprime la produzione di antociani.
A cura di Andrea Centini
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A dieci anni esatti dalla sua creazione in laboratorio, è stato finalmente svelato il segreto della “buccia nera” – in realtà un intenso viola scuro – del prelibato e salutare pomodoro SunBlack, ricchissimo di antiossidanti. Il suo colore deriva da un gene della varietà di pomodoro chiamata atroviolacea (atv), la cui origine potrebbe risalire a un incrocio con un pomodoro selvatico avvenuto decenni addietro.

Il peculiare frutto scuro fu sviluppato nel 2008 grazie alla collaborazione di quattro atenei italiani, l'Università della Tuscia, l'Università di Pisa, l'Università di Modena e Reggio Emilia e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. I ricercatori lo ottennero combinando due varietà distinte di pomodoro: la già citata atroviolacea (atv), caratterizzata da foglie ricche di antiossidanti, e la Anthocyanin Fruit (Aft), dove è la buccia dei frutti – di colore leggermente violaceo – ad avere un contenuto superiore di queste sostanze.

L'intento degli studiosi era proprio quello di ottenere un innovativo prodotto salutare, contenente un numero sensibilmente superiore di antociani rispetto ai pomodori tradizionali. Questi pigmenti noti per le elevate capacità antiossidanti, infatti, sono abbondanti in frutti come mirtilli, arance rosse e uva nera, che tuttavia non vengono consumati con la medesima frequenza dei pomodori. Da qui nacque il SunBlack, che non è un organismo geneticamente modificato (OGM), dato che è stato ottenuto attraverso incroci tradizionali.

Benché sviluppato in laboratorio, il pomodoro “nero” celava ancora il segreto della sua buccia, ma grazie al lavoro dei genetisti del laboratorio PlantLab, coordinato dal rettore della Scuola Superiore Sant'Anna Pierdomenico Perata, è stato finalmente individuato il frammento di DNA alla base delle sue proprietà nutraceutiche. Il gene in questione, che codifica per una proteina R3-MYB ed è responsabile della repressione molecolare degli antociani nei pomodori tradizionali, nella variante atv risulta inattivo, ed è proprio per questo che le sue foglie possono esprimere questi pigmenti antiossidanti, così come la buccia del derivato SunBlack.

Conoscere questa sequenza di DNA, spiega Perata, permetterà di realizzare più facilmente nuove varietà di SunBlack, inoltre sarà possibile “verificare l'avvenuto incrocio con un semplice test del Dna, invece di dover attendere la produzione dei frutti per verificare l'effettiva presenza degli antociani”. Studiando il profilo genetico della varietà Anthocyanin Fruit i ricercatori guidati dal professor Perata sperano di ottenere ulteriori informazioni per spingere a produrre ancor più antociani nei pomodori SunBlack, magari all'interno della polpa, tenendo presente che al momento sono limitati alla sola buccia. I dettagli della nuova ricerca, messa a punto da Perata assieme alle dottoresse Sara Colanero e Silvia Gonzali, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Frontiers in Plant Science.

[Credit: Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa]

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