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Covid 19

Il plasma iperimmune abbatte il rischio di morte nei pazienti Covid con tumori del sangue

Mettendo a confronto gli esiti clinici di pazienti con COVID-19 affetti da diverse tipologie di tumori del sangue, un team di ricerca americano guidato da scienziati dell’Università del Texas ha determinato che il plasma iperimmune ne abbatte il rischio di morte di circa il 50 percento. L’effetto protettivo è ancora maggiore il coloro che richiedono ricovero in terapia intensiva e/o ventilazione meccanica.
A cura di Andrea Centini
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Il plasma iperimmune ottenuto dai convalescenti/guariti migliora in modo significativo la sopravvivenza dei pazienti con COVID-19 affetti da tumori del sangue, come leucemia, mieloma multiplo e linfoma. L'effetto protettivo degli anticorpi neutralizzanti contenuti nel plasma – la componente più abbondante del sangue – risulta particolarmente significativo nei pazienti che necessitano di ventilazione meccanica e ricovero in terapia intensiva. Lo dimostra un nuovo studio che "ribalta" i risultati osservati in indagini precedenti, nelle quali era emerso che il plasma dei guariti non sarebbe efficace nel combattere la forma grave dell'infezione da coronavirus SARS-CoV-2.

A determinare che il plasma iperimmune abbatte il rischio di morte nei pazienti Covid con tumori del sangue è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati del The Mays Cancer Center dell'Università del Texas Health di San Antonio, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Medicina dell'Aurora Cancer Care, del Dipartimento di Medicina della Scuola di Medicina dell'Università di Washington, del Dipartimento di Anestesiologia e Medicina Perioperatoria della Mayo Clinic e di numerosi altri centri di ricerca. Tutti gli scienziati coinvolti fanno parte del COVID-19 and Cancer Consortium (CCC19), un consorzio di oltre 120 istituti in Nord e Sud America che stanno studiando l'impatto del coronavirus SARS-CoV-2 sui pazienti oncologici.

Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Dimpy Shah, epidemiologa e docente di Scienze della salute della popolazione presso l'ateneo del Texas, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a confronto gli esiti clinici di pazienti con tumori del sangue trattati e non trattati con plasma iperimmune. In tutto sono stati coinvolti 966 pazienti con forme di cancro ematologico e diagnosi di COVID-19, tutti ricoverati in ospedale tra il 17 marzo 2020 e il 21 gennaio 2021. L'età media era di 65 anni e poco più della metà (539, il 55,8 percento) erano maschi. In 143 hanno ricevuto il plasma iperimmune ricco di anticorpi neutralizzanti, mentre gli altri 823 sono stati trattati con le terapie standard. Incrociando tutti i dati è emerso che i pazienti che hanno ricevuto la terapia a base di plasma avevano un rischio di morte (per tutte le cause) ridotto di circa la metà a 30 giorni dall'ospedalizzazione.

“Il nostro studio ha mostrato un rischio di morte ridotto del 48 percento per i pazienti COVID che avevano un cancro del sangue e avevano ricevuto plasma da convalescente rispetto a pazienti simili che non hanno ricevuto questo trattamento”, ha dichiarato la professoressa Dimpy Shah in un comunicato stampa. Come indicato, la protezione è risultata particolarmente efficace nei pazienti con la forma più severa della COVID-19. “Questo beneficio di sopravvivenza con il plasma da convalescente è stato ancora maggiore nei pazienti che sono stati ricoverati nell'unità di terapia intensiva (rischio di morte ridotto del 60 percento) e in quelli che avevano bisogno di ventilazione meccanica (mortalità ridotta del 68 percento)”, ha aggiunto l'esperta.

Gli scienziati riconoscono i limiti di uno studio di osservazione non randomizzato, tuttavia sottolineano che i risultati evidenziano l'efficacia del plasma nei pazienti oncologici con tumori del sangue. In precedenza lo studio TSUNAMI dell'Istituto Superiore della Sanità (ISS) e dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) aveva rilevato che il plasma iperimmune non riduce il rischio di aggravamento respiratorio e decesso nei pazienti con COVID-19 colpiti da polmonite e compromissione ventilatoria (da lieve a moderata). Recentemente i National Institutes of Health (NIH) hanno interrotto un trial clinico sul plasma iperimmune poiché non stava evidenziando alcun beneficio nei pazienti. I dubbi sull'efficacia del plasma, dunque, sono ancora molti. I dettagli della nuova ricerca “Association of Convalescent Plasma Therapy With Survival in Patients With Hematologic Cancers and COVID-19” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica specializzata JAMA Oncology.

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