Il Milite ignoto compie novant'anni
Figlio di tutte le donne che non ebbero un corpo su cui piangere, il Milite Ignoto onora i caduti sul campo di guerra le cui salme non vennero mai identificate né poterono fare ritorno alle proprie terre d'origine. Giovani strappati, molto spesso, dai libri scolastici per andare a logorarsi in un esasperante conflitto in trincea che, nel corso di quei lunghi anni, uccise più di 650 000 uomini; italiani che col loro sangue, suggellarono definitivamente l' Unità di quel paese nato pochi decenni prima.
Nel 1920 il generale Giulio Douhet propose la costruzione di un monumento a tutti i combattenti seppelliti senza il privilegio del proprio nome impresso sulla lapide, come si stava già iniziando a fare negli altri paesi che furono coinvolti nel sanguinoso conflitto, costato la vita a più di sette milioni di individui. La tomba del Milite Ignoto sarebbe stata posizionata nel complesso monumentale del Vittoriano; la salma da tumulare, scelta a caso tra le numerose ormai non identificabili.
Undici furono le bare che furono portate nella basilica di Santa Maria Assunta di Aquileia, ciascuna proveniva simbolicamente dalle diverse aree del Fronte; soldati sepolti in tutta fretta, a segnarli i pochi oggetti che appartenevano loro in guerra (come l'elmetto) o rozze croci in legno poggiate appena sul terreno. Undici corpi sconosciuti, tra i quali una donna, Maria Bergamas, rappresentante del dolore di tutte le madri italiane, scelse quello che sarebbe andato a Roma; suo figlio Antonio, a Trieste dove viveva, venne arruolato nell'esercito austriaco giacché la città friulana, al tempo, apparteneva all'impero austro-ungarico. Tuttavia il giovane disertò e nel 1916 entrò a far parte come volontario dell'esercito del Regno d'Italia; morì sul monte Cimone in un combattimento nello stesso anno ed il suo cadavere non venne mai più trovato.
Maria Bergamas iniziò a camminare, tremando, dinanzi ai feretri; l'emozione ed il dolore mai placato di una madre che ha perso il proprio figlio, secondo quanti parteciparono alla cerimonia e ne scrissero, erano evidenti, al punto che da subito ebbe un mancamento; sulla seconda bara poggiò il proprio velo nero da lutto. Poi proseguì, la mano stretta al petto, fino alla penultima; lì giunta, cadde e, in singhiozzi, urlò, invocando il nome del proprio figlio. La decima bara divenne, così, quella del Milite Ignoto; il 4 novembre la salma venne posta nel monumento. Esattamente tre anni dopo l'annuncio del Maresciallo Armando Diaz, nel Bollettino della Vittoria, della conclusione di quella lunghissima guerra.