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Il Milite ignoto compie novant'anni

Venne scelto tra le salme di undici soldati non identificati il 26 ottobre del 1921 da Maria Bergamas, una delle tante madri che, nel corso del primo conflitto mondiale, perse il proprio figlio senza poter mai sapere dove egli fosse stato sepolto.
A cura di Nadia Vitali
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Venne scelto tra le salme di undici soldati che non era stato possibile identificare il 26 ottobre del 1921 da Maria Bergamas, una delle tante madri che, nel corso del primo conflitto mondiale, perse il proprio figlio senza poter mai sapere dove egli fosse stato sepolto.

Figlio di tutte le donne che non ebbero un corpo su cui piangere, il Milite Ignoto onora i caduti sul campo di guerra le cui salme non vennero mai identificate né poterono fare ritorno alle proprie terre d'origine. Giovani strappati, molto spesso, dai libri scolastici per andare a logorarsi in un esasperante conflitto in trincea che, nel corso di quei lunghi anni, uccise più di 650 000 uomini; italiani che col loro sangue, suggellarono definitivamente l' Unità di quel paese nato pochi decenni prima.

Nel 1920 il generale Giulio Douhet propose la costruzione di un monumento a tutti i combattenti seppelliti senza il privilegio del proprio nome impresso sulla lapide, come si stava già iniziando a fare negli altri paesi che furono coinvolti nel sanguinoso conflitto, costato la vita a più di sette milioni di individui. La tomba del Milite Ignoto sarebbe stata posizionata nel complesso monumentale del Vittoriano; la salma da tumulare, scelta a caso tra le numerose ormai non identificabili.

Undici furono le bare che furono portate nella basilica di Santa Maria Assunta di Aquileia, ciascuna proveniva simbolicamente dalle diverse aree del Fronte; soldati sepolti in tutta fretta, a segnarli i pochi oggetti che appartenevano loro in guerra (come l'elmetto) o rozze croci in legno poggiate appena sul terreno. Undici corpi sconosciuti, tra i quali una donna, Maria Bergamas, rappresentante del dolore di tutte le madri italiane, scelse quello che sarebbe andato a Roma; suo figlio Antonio, a Trieste dove viveva, venne arruolato nell'esercito austriaco giacché la città friulana, al tempo, apparteneva all'impero austro-ungarico. Tuttavia il giovane disertò e nel 1916 entrò a far parte come volontario dell'esercito del Regno d'Italia; morì sul monte Cimone in un combattimento nello stesso anno ed il suo cadavere non venne mai più trovato.

Maria Bergamas iniziò a camminare, tremando, dinanzi ai feretri; l'emozione ed il dolore mai placato di una madre che ha perso il proprio figlio, secondo quanti parteciparono alla cerimonia e ne scrissero, erano evidenti, al punto che da subito ebbe un mancamento; sulla seconda bara poggiò il proprio velo nero da lutto. Poi proseguì, la mano stretta al petto, fino alla penultima; lì giunta, cadde e, in singhiozzi, urlò, invocando il nome del proprio figlio. La decima bara divenne, così, quella del Milite Ignoto; il 4 novembre la salma venne posta nel monumento. Esattamente tre anni dopo l'annuncio del Maresciallo Armando Diaz, nel Bollettino della Vittoria, della conclusione di quella lunghissima guerra.

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