Il ghiaccio più antico dell’Artico si sta rompendo: grande preoccupazione per gli orsi polari

Il ghiaccio più antico e denso dell'Artico si sta rompendo per la prima volta da quando viene monitorato, mettendo in gravissimo pericolo la sopravvivenza di orsi polari, foche e altre specie che vivono in questo ambiente. A lanciare l'allarme il professor Peter Wadhams, direttore del Polar Ocean Physics Group e docente di fisica all'Università di Cambridge, Regno Unito, sulla base delle drammatiche immagini satellitari divulgate dal progetto NASA Worldview, nelle quali si vedono i ghiacci della Groenlandia settentrionale diventare fragili e mobili, trascinati a largo dai venti. Come indicato, è la prima volta che viene documentata l'apertura di quest'area del continente, da quando negli anni '70 del secolo scorso è stato avviato il monitoraggio satellitare.
Il fenomeno rappresenta un serio pericolo soprattutto per gli orsi polari, poiché quel ghiaccio è l'habitat naturale dove vanno normalmente a caccia. Se viene spazzato a largo, come sta succedendo, restano letteralmente senza un territorio di caccia e dunque senza cibo. Gli orsi in inverno si rifugiano in tane scavate nella neve nella zona settentrionale della Groenlandia, e in primavera, al risveglio, si avventurano sui banchi di ghiaccio per andare alla ricerca di foche. I cambiamenti climatici hanno ridotto drasticamente il loro territorio e spesso sono costretti a nuotare a lungo per raggiungere le aree di caccia, ma se il ghiaccio su cui potevano sempre contare adesso si trova a largo, “non hanno più un'area dove cacciare”, ha dichiarato il professor Wadhams. Per capire quanto è grave la situazione per gli orsi polari bisognerà attendere la prossima primavera, ma la specie è già classificata come vulnerabile e dunque minacciata di estinzione.
Wadhams, intervistato dal quotidiano britannico The Indipendent, ha sottolineato che buona parte del ghiaccio dell'Artico in passato era di tipo pluriennale, cioè era presente da anni e non si scioglieva nemmeno durante l'estate, mentre adesso si tratta quasi sempre di ghiaccio nuovo, generato anno dopo anno. L'ultimo ‘zoccolo duro' di ghiaccio antico e persistente era proprio quello nell'area settentrionale della Groenlandia, ma le recenti immagini pubblicate dalla NASA ne mostrano la frammentazione e l'inizio del viaggio verso il mare aperto. Le cause sono legate ai venti caldi che quest'anno hanno spazzato l'emisfero settentrionale e ai cambiamenti climatici che hanno letteralmente cambiato i connotati del continente Artico. Il ghiaccio solitamente giunge dalla Siberia e si accumula in Groenlandia in enormi blocchi compatti dallo spessore di 4 metri; quest'anno, tuttavia, a causa delle temperature anomale registrate a febbraio e ad agosto ha iniziato ad assottigliarsi e rompersi, permettendo ai venti di spostarlo.
I livelli del ghiaccio artico non hanno ancora raggiunto il minimo storico registrato nel 2012, ma ci si stanno avvicinando rapidamente, e la distruzione di quello più antico e compatto è un segnale d'allarme estremamente preoccupante. La NASA continuerà a monitorare la situazione anche con una missione specifica, l'Ocea Melting Greenland, mentre altri enti di ricerca saranno in loco per determinare gli effetti di questi fenomeni sulla fauna locale. Il rischio di una primavera drammatica per molte specie a rischio estinzione è sempre più concreto.