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Il ghiaccio dei bar? Ricerca italiana svela: “Potenzialmente pericoloso”

I ricercatori dell’Università di Palermo hanno analizzato alcuni campioni di ghiaccio industriale, dei bar e di casa e hanno rilevato la presenza di alcuni batteri potenzialmente pericolosi. Ecco quali.
A cura di Zeina Ayache
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A chi verrebbe in mente che il ghiaccio potrebbe essere contaminato dai batteri? Per quanto possa sembrarci improbabile, in realtà i ricercatori dell'Università di Palermo hanno scoperto che nel ghiaccio che utilizziamo tutti i giorni vivono batteri contaminanti che non dovrebbero essere presenti. Il discorso vale sia per il ghiaccio del freezer di casa, che per quello realizzato dai Bar e Pub o quello industriale. A darne notizia sono gli stessi ricercatori siciliani guidati dal professore Luca Settanni del Dipartimento Scienze Agrarie e Forestali.

I ricercatori fanno sapere di aver raccolto cinque campioni da tre diverse tipologie di distributori di ghiaccio: l'industria (IN), i Bar e Pub (BP) e il freezer di casa (HM). Analizzandoli in laboratorio hanno scoperto la presenza di diverse tipologie di batteri che, secondo le disposizioni di Legge, non dovrebbero essere presenti nell'acqua e quindi neanche nel giaccio. Nel dettaglio, i test effettuati hanno evidenziato:

  • per Bar/Pub (BP), concentrazioni consistenti di Enterococchi in tre campioni su cinque e Coliformi in tutti i casi
  • per industria (IN), presenza di Enterococchi in due campioni su cinque e Pseudomonas in un caso
  • per freezer di casa (HM), presenza di Pseudomonas in tutti i campioni e di Coliformi in un caso

Ma come è possibile? Secondo i ricercatori bisogna capire come mai i batteri siano presenti in queste tipologie di ghiaccio, visto che per legge non dovrebbero essere presenti in acqua, senza contare che per tutti e 15 i campioni sono stati individuati anche contaminanti tipici delle tubature, per non parlare della presenza di muffe in quelli casalinghi. Gli scienziati fanno sapere inoltre che "Questi risultati sono preliminari e rappresentano solo la prima parte della ricerca. Stiamo infatti procedendo anche all’analisi microbiologica dopo contatto con le bevande (zuccherine, o addizionate di CO2, o alcoliche, distinguendo tra diversi tipi di alcolici)".

Chi sono questi batteri?

  • Enterococchi: microorganismi resistenti ad alcune tipologie di antibiotici e per questo potenzialmente pericolosi in caso di infezioni del tratto urinario. Sono coinvolti anche nelle diverticoliti e nelle meningiti
  • Coliformi: gruppo di batteri che comprende il Klebsiella (una cui variante italiana è risultata resistente all'antibiotico più potente del mondo) e l'Escherichia Coli, sono presenti nelle feci umane e sono i responsabili delle contaminazioni fecali idriche
  • Pseudomonas: batteri capaci di inibire l'azione dell'antibiotico, sono spesso causa di infezioni negli ospedali con scarso rispetto per le norme igieniche

Dobbiamo preoccuparci?

Se è vero che analizzando il potenziale di questi batteri potremmo essere legittimati a preoccuparci, dobbiamo però considerare che si tratta di microorganismi dannosi in caso di alte concentrazioni, diversamente il nostro sistema immunitario è in grado di sconfiggerli. Restano comunque più a rischio le persone fragili, i bambini, gli anziani e le persone con un ridotta capacità di difesa immunitaria.

[Foto copertina di Peggy_Marco]

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