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Il diavolo della Tasmania non si estinguerà a causa del cancro facciale trasmissibile

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università di Swansea ha determinato che il tumore facciale del diavolo (o DFTD) non causerà l’estinzione dei diavoli della Tasmiania, i più grandi marsupiali carnivori viventi. Dagli anni ’90 questi animali, resi famosi anche dal personaggio di Taz, sono colpiti da un’aggressiva forma di cancro trasmissibile, ma la selezione naturale sta rinforzando i loro sistemi immunitari.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Wayne McLean/WB Kids - youtube
Credit: Wayne McLean/WB Kids – youtube

I diavoli della Tasmania (Sarcophilus harrisii) non si estingueranno a causa del tumore facciale del diavolo o DFTD, una forma di cancro trasmissibile che ha fatto crollare il numero di questi splendidi marsupiali carnivori, noti in tutti il mondo anche grazie al personaggio "Taz" dei Looney Toons. Ad annunciare la buona notizia è stato un team di ricerca internazionale guidato da ricercatori del Dipartimento di Bioscienze dell'Università di Swansea, Regno Unito, che hanno collaborato con i colleghi dell'Università della Tasmania, dell'Università dell'Idaho, dell'Università Griffith e dell'Università Statale di Washington.

Rischio scongiurato. Gli scienziati, coordinati dal professor Konstans Wells, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati demografici ed epidemiologici sui diavoli della Tasmania raccolti negli ultimi 10 anni. In parole semplici, la selezione naturale ha cominciato a dar vita a esemplari resistenti al devastante tumore, che colpisce occhi, bocca e ossa facciali. In 23 casi Wells e colleghi hanno persino osservato diavoli della Tasmiania in grado di riprendersi e guarire dalla neoplasia. Insomma, il sistema immunitario di questi animali, i più grandi carnivori marsupiali esistenti, sta avendo la meglio sul cancro.

Simulazioni. Sulla base dei dati raccolti sono state elaborate simulazioni che hanno dato risultati molto incoraggianti sul futuro dei marsupiali nei prossimi cento anni: nel 57 percento dei casi, infatti, esse prevedono che il DFTD attenui sensibilmente il suo impatto sulle popolazioni fino a sparire; nel 22 percento dei casi prevedono che i diavoli della Tasmania continueranno a coesistere con la malattia; “solo” nel 21 percento dei casi restanti è prevista l'estinzione. Tenendo presente che alcune popolazioni sono crollate del 90 percento a causa di questo male e che non esiste una cura, si tratta di risultati estremamente positivi rispetto alle stime precedenti. Senza contare che nel 2014 è stata scoperta anche una seconda forma di DFTD.

Credit: Menna Jones
Credit: Menna Jones

Cancro trasmissibile. I diavoli della Tasmania, così chiamati dai coloni europei a causa della loro iconica aggressività e delle urla “demoniache” che sono in grado di emettere, si trasmettono il cancro mordendosi durante i combattimenti, molto frequenti in questa specie. Le ferite possono non cicatrizzare e a causa di una mutazione trasformarsi in tessuto tumorale, estendendosi sulla faccia dell'animale fino a decretarne la morte nell'arco di 6-24 mesi. Gli animali colpiti che sono riusciti a riprodursi hanno dato vita a prole con sistemi immunitari sempre più resistenti contro questa forma di neoplasia, fino a determinare la situazione attuale osservata dagli scienziati. Il numero degli esemplari è sicuramente molto ridotto rispetto al passato (non a caso sono state create aree protette di semi-libertà per tutelare la specie), ma i ricercatori hanno sottolineato che adesso può essere avviato un tipo diverso di gestione. Al di là della DFTD, i diavoli della Tasmania restano comunque minacciati dai fattori antropici, come gli investimenti; non meno di 350-450 di questi marsupiali vengono uccisi ogni anno sulle strade della Tasmania, in Australia. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista specializzata Ecology.

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