Il coronavirus si trasmette anche per via aerea: lo confermano le nuove linee guida dei CDC
Il contatto stretto con una persona contagiata dal coronavirus SARS-CoV-2 rappresenta il metodo principale di trasmissione dell'infezione, a causa delle goccioline grandi (droplet) e piccole (aerosol) che si rilasciano nell'ambiente respirando, parlando, ridendo, cantando, tossendo e starnutendo. Le goccioline più piccole possono permanere sospese nell'aria di un ambiente poco ventilato per minuti o persino per ore, divenendo veicolo della cosiddetta “trasmissione aerea”, che può verificarsi anche quando l'infetto ha abbandonato il locale. I Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC – Centers for Disease Control and Prevention) americani hanno appena pubblicato le nuove linee guida sui metodi di trasmissione del SARS-CoV-2, confermando che le goccioline sospese nell'aria a volte possono determinare il contagio (sottolineando comunque la primaria importanza del contatto stretto). Un paio di settimane fa i CDC pubblicarono sul proprio sito web una prima bozza dedicata proprio alla trasmissione aerea, ma fu immediatamente rimossa; adesso è nuovamente disponibile nella sua forma definitiva.
I CDC, che sono uno dei principali organi di tutela della salute pubblica degli Stati Uniti, specificano che questo tipo di trasmissione rappresenta una via importante per infezioni alla stregua di tubercolosi, morbillo e varicella. Alcuni virus che si diffondono nell'aria possono contagiare persone che si trovano a una distanza superiore di 1,8 metri dalla fonte, anche quando quest'ultima ha abbandonato la stanza. Ciò, in talune occasioni, può verificarsi anche col SARS-CoV-2, in particolar modo quando la persona infetta rilascia una grande quantità di particelle – ad esempio perché sta cantando, o sta facendo esercizio fisico – e il locale è poco ventilato. L'esempio più calzante è quello di un cosiddetto “superdiffusore” nella contea di Skagit, negli Stati Uniti, che durante una sessione di prove di un coro all'interno di una chiesa è riuscito da solo a contagiare ben 52 persone (due delle quali decedute). “In queste circostanze, gli scienziati ritengono che la quantità di particelle e goccioline infettive più piccole prodotte dalle persone con COVID-19 si concentri abbastanza da diffondere il virus ad altre persone. Le persone infettate si trovavano nello stesso spazio e nello stesso momento con la persona con COVID-19, o subito dopo che se n'era andata”, sottolineano i CDC.
Oltre al contatto stretto e alla trasmissione aerea, l'ente americano afferma che il coronavirus si diffonde meno comunemente attraverso le superfici e gli oggetti contaminati (fomiti), pur essendo una via possibile qualora si tocchi una di queste potenziali fonti e poi si portano le mani sugli occhi, sulla bocca e sul naso. Considerato basso anche il rischio che il virus possa trasmettersi dagli animali all'uomo, mentre dall'uomo agli animali è stato dimostrato in diversi (seppur limitati) casi, con cani e gatti risultati positivi in famiglie con membri contagiati.
Per tutte queste ragioni i CDC sottolineano che indossare le mascherine, rispettare il distanziamento sociale e curare costantemente l'igiene delle mani – con acqua e sapone o un gel idroalcolico con almeno il 60 percento di alcol – sono misure essenziali per proteggersi e spezzare la catena dei contagi. Si raccomanda inoltre di evitare assembramenti, di assicurarsi che i locali al chiuso siano correttamente ventilati, di restare a casa in isolamento se si è malati e di pulire e disinfettare spesso le superfici che si toccano con maggiore frequenza. Ciò che rende particolarmente subdola la COVID-19, l'infezione provocata dal patogeno emerso in Cina, è il fatto che anche una persona positiva ma asintomatica può diffondere il virus agli altri, che possono sviluppare la forma grave e potenzialmente letale della patologia. Prudenza e rispetto delle misure anti-contagio sono le principali armi che abbiamo per evitare un nuovo, disastroso picco come quello vissuto nei primi mesi dell'anno.