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Covid 19

Il coronavirus può provocare la miastenia gravis, una rara malattia autoimmune: scoperta italiana

Analizzando i casi di tre pazienti contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2, un team di ricerca italiano ha determinato che l’infezione (COVID-19) può scatenare la miastenia gravis, una rara malattia autoimmune nella quale gli anticorpi aggrediscono la giunzione neuromuscolare. Determina rapido affaticamento e debolezza di tutti i muscoli volontari.
A cura di Andrea Centini
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La COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2, può innescare una rara complicanza neurologica chiamata miastenia gravis. Come specificato dall'Istituto Humanitas, la miastenia è una condizione in cui “tutti i muscoli volontari si indeboliscono e si affaticano rapidamente”. La forma grave è una rara malattia autoimmune caratterizzata dallo sviluppo di anticorpi che aggrediscono il punto in cui muscoli e neuroni comunicano (si legano ai recettori dell'acetilcolina e di altre molecole coinvolte nel funzionamento neuromuscolare), scatenando così la debolezza e l'affaticamento.

A scoprire che l'infezione da coronavirus può innescare la miastenia gravis è stato un team di ricerca italiano guidato da scienziati dell'Unità Neurologica dell'Ospedale “Garibaldi” di Catania, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Unità di Neurologia presso l'IRCCS Neuromed di Pozzilli (Isernia), del Dipartimento di Medicina dei Sistemi dell'Università Tor Vergata di Roma dell'Unità ORL dell'Università di Padova e dell'Università di Catania. Gli scienziati, coordinati dal professor Domenico Restivo del Dipartimento di Medicina del nosocomio siciliano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i casi di tre pazienti anziani positivi al tampone rino-faringeo, che dopo alcuni giorni di febbre hanno sviluppato sintomi ascrivibili alla miastenia gravis.

Il primo era un uomo di 64 anni con febbre fino a 39 ° C per quattro giorni che ha sviluppato diplopia e affaticamento muscolare; il secondo era un uomo di 68 anni con febbre fino a 38,8 ° C per 7 giorni, che ha sperimentato affaticamento muscolare generale e diplopia, oltre che disfagia; il terzo era una donna di 71 anni con tosse e febbre a 38,6 ° C per 6 giorni, che al quinto giorno dall'emersione dei sintomi ha sviluppato ptosi oculare bilaterale, diplopia e ipofonia. Sono tutte condizioni che hanno spinto Restivo e colleghi alla diagnosi di Miastenia gravis. “Si tratta di una patologia autoimmune piuttosto rara nella quale l'organismo crea anticorpi che vanno a colpire la giunzione neuromuscolare, il punto di contatto dove i segnali elettrici dei neuroni vengono trasmessi alle fibre muscolari. Il risultato è un difetto nella trasmissione nervosa, con conseguente debolezza a carico di uno o più gruppi di muscoli”, ha dichiarato lo scienziato ad ADNKronos. “Che alcune infezioni possano scatenare patologie neurologiche autoimmuni è un fenomeno già noto. Ora sappiamo che anche il virus SARS-CoV-2 è capace di causare questo effetto”, gli ha fatto eco il coautore dello studio Diego Centonze.

Secondo gli esperti l'infezione da coronavirus può innescare la Miastenia gravis in due modi: il primo è lo sviluppo di anticorpi che oltre a colpire il patogeno sono potenzialmente in grado di aggredire i recettori delle giunzioni neuromuscolari poiché molto simili ad alcune parti del virus; il secondo è un'alterazione del funzionamento del sistema immunitario, che potrebbe spingerlo ad attaccare anche l'organismo, come del resto avviene in altre patologie virali. I dettagli del case report “Myasthenia Gravis Associated With SARS-CoV-2 Infection” redatto dagli scienziati italiani è stato pubblicato sull'autorevole rivista scientifica Annals of Internal Medicine.

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