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Covid 19

Il coronavirus potenziale minaccia alla fertilità dei giovani maschi: lo studio cinese

Un team di ricerca cinese guidato da scienziati dell’Università medica di Nanchino ha scoperto che il nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2) potrebbe minacciare la fertilità dei giovani maschi. Gli studiosi hanno osservato che il virus si lega a un recettore chiamato ACE2, che viene particolarmente espresso da cellule del testicolo e renali. Durante l’infezione potrebbe determinare lesioni in loco e di conseguenza avere un impatto negativo sulla fertilità.
A cura di Andrea Centini
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Il nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2) potrebbe rappresentare un pericolo per la fertilità dei giovani pazienti maschi che ne vengono infettati. I ricercatori hanno infatti scoperto che uno dei recettori delle cellule umane ai quali si lega il patogeno viene espresso in modo particolare proprio dal tessuto testicolare, dunque quando avviene l'infezione – chiamata COVID-19 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità – potrebbe emergere un danno da non sottovalutare. Ricordiamo tuttavia che nella stragrande maggioranza dei casi i sintomi sono di lievissima entità e si guarisce spontaneamente, dunque si tratta di una ipotetica ed eventualmente rara complicazione.

A determinare il potenziale rischio legato al coronavirus è stato un team di ricerca cinese guidato da scienziati dell'Università medica di Nanchino, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Università professionale Tecnica e della Salute di Suzhou. Gli scienziati, coordinati dal professor Caibin Fan, hanno innanzitutto scoperto che il recettore ACE2 (Angiotensin Converting Enzyme 2) media l'ingresso del nuovo coronavirus nelle cellule umane, esattamente come avviene per il coronavirus della SARS (Severe acute respiratory syndrome in inglese). Del resto sono patologie che condividono l'80 percento del profilo genetico e sono nate entrambe nei pipistrelli. La differenza principale fra le due risiede nel fatto che la SARS è meno trasmissibile ma più letale (10 percento contro il 2 percento circa) di SARS-CoV-2,

Diverse ricerche hanno dimostrato che i pazienti più gravi colpiti da coronavirus – scrivono gli autori dello studio -oltre a presentare possibili complicazioni a livello respiratorio possono manifestare lesioni anche nei reni. Nel nuovo studio Caibin Fan e colleghi hanno voluto indagare se un simile processo possa intaccare in qualche modo anche il sistema riproduttivo maschile. Dalle analisi hanno scoperto che il recettore ACE2 viene particolarmente espresso nelle cellule dei tubuli renali, nelle cellule di Leydig e nelle cellule dei dotti seminiferi nel testicolo; ciò suggerisce che durante l'infezione, il virus possa legarsi a queste cellule dell'apparato riproduttivo e avere un impatto negativo, come avviene (raramente) anche con i reni. A causa di questo rischio gli autori dello studio suggeriscono che durante i trattamenti si debba fare attenzione a non usare farmaci con elevata tossicità renale, inoltre si dovrebbe indagare su eventuali lesioni al tessuto testicolare dei giovani pazienti maschi. I dettagli della ricerca cinese “ACE2 Expression in Kidney and Testis May Cause Kidney and Testis Damage After 2019-nCoV Infection” sono stati pubblicati sulla rivista MedRxiv.

Arrivo del coronavirus in Italia inevitabile

La virologa Ilaria Capua ha dichiarato a fanpage che alcuni sono stati troppo ottimisti a pensare che l'Italia non sarebbe stata coinvolta da focolai epidemici di SARS-CoV-2. “Abbiamo creduto che la Cina, con le misure draconiane che ha messo in atto, potesse tenersi tutto il contagio”, ha affermato la specialista. Ora che il virus ha iniziato a diffondersi anche nel Bel Paese “dobbiamo fare il più grosso sforzo di responsabilità collettiva della nostra Storia”, per provare a contenere la diffusione dai due focolai epidemici individuati.

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