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Il comportamento sessuale è influenzato dalle cellule del sistema immunitario?

Un team di ricerca americano ha dimostrato che nei ratti le cellule immunitarie chiamate mastociti riescono a influenzare sensibilmente il comportamento sessuale, facendolo tendere più al maschile o al femminile. Poiché queste cellule sono implicate in infiammazioni e allergie, è possibile ipotizzare che reazioni allergiche e altre condizioni durante la gravidanza possano influenzare anche il comportamento sessuale dell’uomo, benché sia tutto da verificare.
A cura di Andrea Centini
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Le cellule immunitarie chiamate mastociti (o mastcellule) potrebbero influenzare il comportamento sessuale di un individuo durante lo sviluppo, facendolo tendere più al maschile o al femminile una volta raggiunta l'età adulta. A determinarlo un team americano guidato da ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell'Università Statale dell'Ohio, che hanno collaborato con i colleghi della Scuola di Medicina dell'Università del Maryland.

Gli studiosi, coordinati dalla professoressa Kathryn Lenz, docente di psicologia e neuroscienze presso l'ateneo di Columbus, lo hanno scoperto dopo aver compiuto una serie di esperimenti con modelli murini ingegnerizzati. Nel primo caso hanno silenziato geneticamente la presenza dei mastociti in feti di ratti maschi, e successivamente, quando i roditori hanno raggiunto l'età adulta, ne hanno osservato il comportamento in presenza di una femmina ricettiva. A differenza dei ratti maschi tipici, che inseguivano la femmina per provare ad accoppiarsi, quelli modificati erano perlopiù disinteressati e manifestavano un comportamento tendente al femminile, cioè lasciandosi inseguire. Nel secondo esperimento Lenz e colleghi hanno invece stimolato chimicamente i mastociti in ratti femmina, scoprendo che il loro comportamento diventava più tendente al maschile.

Ma cosa c'entrano queste cellule immunitarie con il comportamento sessuale? Secondo i ricercatori i mastociti sono fortemente influenzati dall'ormone estradiolo, che ha una cosiddetta azione “mascolinizzante”. Le mastcellule sarebbero un bersaglio privilegiato di questo ormone, dato che le attiverebbe. Non a caso nei ratti maschi appena nati gli studiosi hanno trovato una forte concentrazione di mastociti (soprattutto nelle forme attivate) nell'area preottica del cervello, “una regione che gioca un ruolo fondamentale nel comportamento copulatorio maschile durante il periodo critico per la differenziazione sessuale”, hanno dichiarato gli scienziati.

Qualora venisse confermato lo stesso effetto dei mastociti anche nell'uomo, poiché queste cellule immunitarie tipiche del tessuto connettivo svolgono un ruolo chiave nei processi infiammatori e nelle allergie, è possibile che il comportamento sessuale possa essere minimamente influenzato da eventi come reazioni allergiche o infiammazioni durante la gravidanza. Si tratta tuttavia solo di un'ipotesi che dovrà essere eventualmente confermata da approfonditi studi specifici. I dettagli della ricerca americana sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Neuroscience.

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