Il cerotto che tratta il melanoma con l’immunoterapia localizzata
Le tecnologia dei cerotti curativi sembra prendere piede. Se già l'abbiamo vista sfruttata per contrastare il diabete, sia negli Stati Uniti che in Corea del Sud, adesso questo “semplice” dispositivo trova applicazione anche nella lotta al tumore della pelle, il melanoma appunto. I ricercatori della North Carolina State University e della University of North Carolina at Chapel Hill fanno sapere infatti di aver sviluppato una tecnica che sfrutta il già sperimentato cerotto anche sul melanoma.
Il funzionamento del cerotto anti-melanoma è infatti simile a quello realizzato per mantenere sotto controllo il diabete. In questo caso però invece delle cellule beta naturali, nel tappeto di aghi (fatti di acido ialuronico) destinato ad aderire alla pelle si trovano degli anticorpi, anti-PD-1 (proteina della morte programmata 1). A cosa servono?
I ricercatori spiegano che recentemente per contrastare alcune tipologie di cancro si è scelto di optare per l'immunoterapia oncologica che aiuta il corpo stesso a combattere la malattia stimolando il sistema immunitario. Così facendo, quest'ultimo utilizza i linfociti T il cui compito è quello di identificare e uccidere le cellule del cancro.
Per riuscire in questo arduo compito, i linfociti T sfruttano degli speciali recettori capaci di distinguere tra cellule sane e cellule malate. A volte però, queste ultime riescono a confondere il linfociti T e quindi a sopravvivere.
Per evitare questa confusione, gli scienziati sfruttano gli anticorpi anti-PD-1 che però possono provocare effetti collaterali, come disturbi autoimmuni, in caso di overdose visto che di solito vengono iniettati nel flusso sanguigno.
Il cerotto riesce a superare questo ostacolo poiché gli anti-PD-1 vengono inseriti all'interno degli aghi ed entrano in contatto direttamente con il melanoma, il cerotto infatti viene applicato localmente. Così facendo, gli anti-PD-1 possono agire sul melanoma.
I dati raccolti dagli esperimenti effettuati sui topi hanno mostrato un tasso di sopravvivenza del 40% in 40 giorni di trattamento che è salito al 70% dopo che i ricercatori hanno aggiunto un altro anticorpo al cerotto, l'anti-CTLA-4, che aiuta i linfociti T a contrastare le cellule del cancro. Inoltre, 40 giorni dopo il trattamento, il melanoma non è ricomparso nei soggetti guariti e sopravvissuti.
Non ci resta che attendere per capire se questa tecnologia possa essere applicata realmente ai pazienti umani.
[Foto copertina da Wikipedia]