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Il Botswana ha riaperto la caccia agli elefanti: abolito il divieto dopo 5 anni

Il governo del Botswana ha deciso di abolire il divieto di caccia agli elefanti entrato in vigore nel 2014 per volere dell’ex presidente Ian Khama. Il Ministero dell’Ambiente, della Conservazione delle risorse naturali e del Turismo ha annunciato che la decisione è stata presa dopo aver ascoltato a lungo un comitato creato ad hoc.
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A cura di Andrea Centini
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In Botswana è stata riaperta la caccia agli elefanti africani (Loxodonta africana) dopo cinque anni. Il governo nazionale ha infatti deciso di revocare il divieto introdotto nel 2014 dall'ex presidente Ian Khama, volto a proteggere una delle creature più maestose e minacciate del Pianeta. La decisione, seguita dopo un lungo dibattito che ha coinvolto un comitato composto da scienziati, ONG, imprese turistiche, comunità e autorità locali, è stata annunciata dal Ministero dell'Ambiente, della Conservazione delle risorse naturali e del Turismo, anche attraverso un comunicato pubblicato su facebook.

Perché vogliono uccidere gli elefanti. In Botswana si stima vivano 130mila elefanti, circa il 30 percento di tutti quelli presenti nella savana africana. Da quando sono state introdotte rigide misure a tutela della specie ed è stata vietata la caccia, il numero dei pachidermi sarebbe aumentato considerevolmente (benché i numeri siano discordanti). Come conseguenza gli elefanti avrebbero ampliato a dismisura il proprio areale di distribuzione, “invadendo” le terre occupate dagli uomini e aumentando il numero di danni e pericolosi incontri. In una sola notte questi animali possono distruggere un'intera stagione di raccolto, inoltre attirano grandi predatori che fanno strage del bestiame, mettendo in ginocchio le comunità rurali. Il problema è stato catalizzato dalla siccità legata ai cambiamenti climatici, che ha costretto gli elefanti a percorrere distanze sempre maggiori per procurarsi cibo e acqua, finendo molto spesso per incrociare gli insediamenti umani. Quando gli elefanti diventano un problema, l'unico modo per fermarli sarebbe chiamare un cacciatore per ucciderli: è questo il messaggio che traspare nel comunicato stampa che accompagna l'abolizione del divieto di caccia.

Accuse. L'opposizione e altre fonti accusano il governo di "scelta politica" e desiderio di ingraziarsi le comunità rurali, in vista delle elezioni previste per il mese di ottobre. I cacciatori attirati dai safari “vecchio stile”, del resto, pagherebbero profumatamente per abbattere i pachidermi a fucilate; parte dei compensi andrebbe proprio alle comunità esposte al rischio di danneggiamenti. Gli americani, notoriamente tra i più appassionati di caccia grossa, potrebbero tuttavia avere grossi problemi nel riportare i trofei negli Stati Uniti dal Botswana, tenendo presente la nuova regolamentazione della Fish and Wildlife Service (osteggiata da Donald Trump). L'abolizione del divieto di caccia rischia anche di minare la reputazione del Botswana e di abbattere l'ecoturismo; da quando è stata abolita la caccia, infatti, le visite dei turisti sono aumentate esponenzialmente per tour fotografici e incontri con i magnifici animali selvatici nel loro habitat naturale. Va inoltre tenuto presente che l'elefante africano è una specie costantemente minacciata dai bracconieri, classificata con codice VU (vulnerabile) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

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