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Il basilico cresce più verde, aromatico e ricco di antiossidanti nel cuore di serre sottomarine

Il basilico coltivato all’interno di serre sottomarine poste innanzi alla costa di Noli, in Liguria, cresce più verde, ha un aroma più intenso ed è più ricco di sostanze antiossidanti chiamate polifenoli. L’esperimento dell’Orto di Nemo, al quale partecipano scienziati dell’Università di Pisa, è volto a studiare metodi di coltivazione alternativi di per quelle aree in cui i processi standard sono difficoltosi.
A cura di Andrea Centini
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Il basilico nelle serre sottomarine. Credit: Orto di Nemo
Il basilico nelle serre sottomarine. Credit: Orto di Nemo

Nel cuore di biosfere depositate sul fondo del mare il basilico cresce più verde, ha un aroma più intenso ed è più ricco di preziose sostanze antiossidanti rispetto a quello che matura naturalmente sulla terraferma. In altri termini, in queste affascinanti serre sottomarine si sviluppa un vero e proprio super basilico, prodotto assieme ad altre piante in seno a un virtuoso progetto scientifico guidato da esperti dell'Università di Pisa e chiamato “Orto di Nemo”. L'obiettivo dei ricercatori, in collaborazione con Mestel Safety di Ocean Reef Group che si occupa di strumenti subacquei, è infatti quello di realizzare un metodo alternativo per coltivare piante legate all'alimentazione umana (e non solo) in aree dove è più complesso per le condizioni climatiche, ambientali e sociali.

Ma come funzionano esattamente queste biosfere? Realizzate in plexiglass o metacrilato, hanno un diametro di alcuni metri e sono state poste tra i 6 e i 10 metri di profondità innanzi alle coste di Noli, un piccolo comune di 2.600 anime in provincia di Savona (Liguria). Totalmente ecologiche e dunque prive di impatto ambientale, all'interno hanno una serie di mensole dove sono depositati i vasi e le cassette per far crescere le piante. L'intero sistema si basa su energia rinnovabile, mentre l'irrigazione è determinata dall'acqua marina che, dopo un processo di desalinizzazione, viene fatta gocciolare sulle piante direttamente dalla struttura della biosfera. Ciascuna installazione può ospitare dalle 65 alle 95 piantine. Oltre al basilico gli scienziati hanno fatto crescere lattuga, timo, fragole e molte altre specie vegetali.

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Per quanto concerne l'ingrediente principe del pesto alla genovese, dalle analisi è emerso che il basilico dell'Orto di Nemo è più ricco di polifenoli (antiossidanti naturali) e di pigmenti fotosintetici, questi ultimi responsabili del verde più intenso delle foglie. Inoltre gli scienziati hanno rilevato una maggiore presenza del metil eugenolo, il composto alla base del caratteristico aroma della pianta. Non è stata tuttavia riscontrata alcuna differenza sotto il profilo morfologico tra il basilico “marino” e quello coltivato naturalmente sulla terraferma. “Un ecosistema così diverso da quello terrestre per pressione, luce e umidità influenza la crescita delle piante, ma anche la loro composizione in termini di metaboliti primari e secondari. Il nostro lavoro è stato quello di valutare la risposta delle piante a queste nuove condizioni ambientali da tre punti di vista, fisiologico, chimico e morfologico”, ha dichiarato la professoressa Luisa Pistelli del Dipartimento di Farmacia presso l'ateneo toscano. L'affascinante progetto dell'Orto di Nemo è stato lanciato nel 2012.

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