I robot NASA per la futura stazione lunare progettati da un giovane ingegnere di Napoli
C'è anche il giovane ingegnere napoletano Roberto Carlino dietro ai tre rivoluzionari robot del progetto ASTROBEE della NASA, sviluppati con l'obiettivo di assolvere a diversi e ambiziosi compiti nello spazio. Essi, infatti, non solo sono destinati a supportare gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) nell'esecuzione di alcuni delicati esperimenti in microgravità, ma fungeranno anche da veri e propri “assistenti di bordo” per migliorare il flusso di lavoro dell'equipaggio e monitorare il laboratorio orbitante. Infine, rappresentano una base sperimentale sulla quale realizzare i futuri robot che accompagneranno gli astronauti nella (ri)conquista della Luna e nel primo approdo su Marte.
Orgoglio italiano. Come indicato, alla progettazione dei tre robot – chiamati Bumble, Honey e Queen – ha dato un contributo fondamentale il dottor Roberto Carlino, un ingegnere aerospaziale quasi trentenne laureatosi con 110 e lode all'Università Federico II di Napoli. Da più di quattro anni si è trasferito in California, negli Stati Uniti, dove lavora presso il prestigiosissimo Centro di Ricerca Ames (Ames Research Center – ARC) della NASA, uno dei principali istituti dell'agenzia aerospaziale americana. Nei laboratori del centro, sito nella famosa Silicon Valley, ha progettato i robot del programma ASTROBEE assieme a una ventina di colleghi.
Obiettivi. Due dei tre robot sono già a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, mentre il terzo arriverà nel mese di luglio. Il primo dei tre, Bumble, è stato acceso e testato per una verifica hardware dall'astronauta Anne McClain negli scorsi giorni. Tutti i robot sono associati a una “docking station” nel modulo Kibo della ISS, dove vanno a ricaricarsi autonomamente. Si tratta infatti di robot a volo libero, che puntano a migliorare la produttività degli astronauti; verranno testati per comprendere in che modo potranno essere utili allo svolgimento dei delicati compiti che si svolgono a bordo dei veicoli spaziali. I loro eredi giocheranno un ruolo fondamentale nella futura stazione orbitale che verrà costruita attorno alla Luna – la Lunar Orbital Getaway –, nella conquista del Pianeta rosso, e anche nelle ancor più ambiziose missioni nello spazio profondo.