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I resti di un “bambino vampiro” emergono dal cimitero degli infanti: aveva un sasso in bocca

Archeologi americani hanno trovato lo scheletro di un “bambino vampiro” nella villa di Poggio Gramignano, un sito archeologico umbro noto per ospitare la macabra necropoli dei bambini. Il piccolo morì quando aveva 10 anni e venne seppellito con una pietra in bocca per impedire che potesse tornare in vita e diffondere la malaria che lo aveva ucciso.
A cura di Andrea Centini
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Credit: David Pickel / Stanford University
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Lo scheletro di un cosiddetto “bambino vampiro” di 10 anni è emerso dal cimitero degli infanti (o necropoli dei bambini) nella villa di Poggio Gramignano a Lugnano in Teverina, uno dei borghi più belli d' Italia sito in provincia di Terni. Si tratta di un reperto archeologico straordinario poiché il piccolo è stato sepolto con una grossa pietra in bocca, per impedire – secondo la credenza – che potesse tornare nel mondo dei vivi e diffondere la malattia che lo aveva ucciso, la malaria. A scoprire lo scheletro, risalente al V secolo dopo Cristo, un team di ricerca della Scuola di Antropologia presso l'Università dell'Arizona, che supervisiona gli scavi nell'area da oltre 30 anni.

Gli archeologi, coordinati dal professor David Soren, docente presso il Dipartimento di studi religiosi e classici dell'ateneo americano, hanno trovato il “bambino vampiro” durante l'estate appena conclusa. La villa è conosciuta come “necropoli dei bambini” poiché qui, in un'unica stanza, sono stati trovati i resti di una trentina di bambini e feti abortiti. L'età massima dei piccoli è stata stimata in 3 anni; anche per questo il bambino vampiro è un caso eccezionale. “Non ho mai visto nulla di simile. È estremamente inquietante e strano”, ha dichiarato il professor Soren in un comunicato.

Credit: David Pickel / Stanford University
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I bambini trovati nel cimitero sono tutti morti in un ristretto lasso di tempo, proprio a causa di una grave epidemia di malaria che falcidiò la popolazione locale. Anche i resti del piccolo appena scoperto mostrano i segni della malattia, come ascessi ai denti. Esami del DNA condotti sulle ossa degli altri bimbi hanno rilevato la presenza del protozoo unicellulare Plasmodium falciparum, il principale responsabile della malaria nell'essere umano (viene trasmesso dalla zanzara anofele). Nelle prossime settimane verrà eseguito un test del DNA anche al bambino vampiro, per sapere se si tratta di un maschio o di una femmina.

Gli archeologi hanno trovato nella villa di Poggio Gramignano le prove di diverse pratiche rituali. Alcuni bambini sono stati sepolti con i resti di cuccioli di cane, privati delle mandibole o delle teste. Secondo le credenze del passato i fluidi corporei dei cuccioli potevano infatti trattare malanni e sintomi delle malattie, come la milza ingrossata causata dalla malaria. Una bambina di 3 anni è stata trovata con un masso sopra i piedi, anche in questo caso per evitare che potesse “riemergere” dalla terra e infettare i vivi. Sono noti casi di adulti in altri siti archeologici trattati in maniera analoga o con mattoni/sassi in bocca, come a Venezia, in Inghilterra e in Polonia. È verosimile che che praticava queste sepolture rituali avesse paura del diffondersi delle piaghe, e non del “vampirismo” come lo intendiamo comunemente oggi, associandolo agli atti di personaggi di fantasia come Dracula.

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