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I potenti del Mondo sono cloni di faraoni e imperatori del passato: il complotto dei sosia

Sembra che per molti complottisti le coincidenze non esistano. Così bastano delle somiglianze per imbastire trame contorte. Come nel caso di Zuckerberg e Obama cloni di sovrani del passato.
A cura di Juanne Pili
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Un modo interessante per soppesare il senso di perizia e di dato oggettivo di certi guru nostrani di tesi di complotto è quello di andare in cerca di altre più palesemente campate in aria, da loro sostenute. Certe volte qualche autore ci risparmia la fatica di cercare, rilanciando nei social alcune sue vecchie glorie, come nel caso di certi uomini di potere che risulterebbero dei cloni di altri del passato. Un esempio tra tanti quello di Zuckerberg clone di Filippo IV di Spagna, vissuto nel XVII Secolo. Si potrebbe sostenere che si tratti solo di una burla, ma purtroppo non è così.

Perché crediamo alle tesi di complotto?

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Queste affermazioni sono presentate in maniera seria. Ma le tesi di complotto più gettonate non originano in Italia, vengono da lontano. Come non dimenticare il clone del faraone Akhenaton? Secondo un cospirazionista americano oggi sarebbe ancora vivo, nelle mentite spoglie di Barack Obama. Nonostante tali affermazioni vengano fatte sulla base di mere somiglianze, per altro ricavate da rappresentazioni artistiche, è disarmante la convinzione di chi avanza queste tesi. Quando si parla di Scie chimiche il carattere poco accessibile di certe nozioni scientifiche potrebbe portare in molti a ritenere queste tesi reali, ma si potrebbe dire lo stesso quando con la stessa perizia si passa a parlare di “highlander” nei posti chiave dei “poteri forti”? Proprio per questo ci siamo concentrati spesso anche su casi palesemente fasulli: i meccanismi che portano alla produzione di bufale e fake news sono gli stessi.

Quando le somiglianze diventano prove

Si arriva così a ritroso arrivando a vere e proprie gallerie di immagini confezionate nei social dove si sostiene la tesi degli immortali, talvolta definiti “vampiri”. Ce ne eravamo già occupati in un articolo precedente. Diversi attori di Hollywood risultano incredibilmente somiglianti a soggetti fotografati durante la Guerra di secessione americana. Tra i tanti fece scalpore il “Nicolas Cage vampiro”, forse uno dei casi di somiglianza più sorprendenti. Tutto questo suscita forse il riso, ma non dimentichiamoci che le fake news si basano sullo stesso meccanismo: trasformare delle somiglianze in prove. Qualcuno aveva anche avanzato l’ipotesi che Valeria Solesin – una delle vittime del Bataclan – fosse in realtà una “crisis actor”, utilizzata assieme a dei manichini per imbastire finti attentati terroristici.

Attenti al portfolio dei guru complottisti

Come suggerivamo già per il caso dell’ "angelo brasiliano" è sempre buona norma informarsi sul background degli autori delle tesi straordinarie trovate in Rete. Potrebbe anche capitare che qualche autore diventi padre di una notizia virale contro le sue reali intenzioni. In Rete come nel gioco del telefono, tutto passa da un utente all’altro, deformandosi velocemente. Così una burla o un esercizio di stile non tardano molto a trasformarsi in prove sconvolgenti.

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