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I pipistrelli mantengono il “distanziamento sociale” quando sono malati

Equipaggiando una quarantina di vampiri veri di Azara (Desmodus rotundus) con specifici sensori, un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università Statale dell’Ohio ha dimostrato che questi pipistrelli quando sono malati mantengono il “distanziamento sociale” dagli altri, un comportamento che protegge l’intera colonia in cui vivono.
A cura di Andrea Centini
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Un esemplare di vampiro vero di Azara. Credit: Sherri and Brock Fenton/Behavioral Ecology
Un esemplare di vampiro vero di Azara. Credit: Sherri and Brock Fenton/Behavioral Ecology

Quando sono malati, i pipistrelli vampiri – cioè quelli ematofagi, che si nutrono di sangue – si tengono a distanza dagli altri esemplari presenti nella propria colonia, riducendo così le probabilità che una potenziale malattia infettiva possa essere diffusa. Il rispetto di questo “distanziamento sociale”, di base, può essere comune a tutte le specie animali, dato che quando gli individui si ammalano riducono gli spostamenti e la socialità, aumentando parallelamente la letargia, ma in questi chirotteri il comportamento protettivo è stato osservato nel dettaglio dopo averli "equipaggiati" con appositi sensori.

A condurre la curiosa indagine è stato un team di ricerca internazionale coordinato da scienziati dell'Università Statale dell'Ohio, che hanno collaborato con colleghi dello Smithsonian Tropical Research Institute della Republica di Panama. Gli autori dello studio, coordinati dal dottor Simon Ripperger del Dipartimento di ecologia, evoluzione e biologia organica dell'ateneo statunitense, avevano già osservato questo comportamento nei pipistrelli vampiri allevati in cattività, e per determinare se esso si verificasse anche in natura, hanno deciso di catturare una quarantina di esemplari di vampiro vero di Azara (Desmodus rotundus), un pipistrello ematofago che vive nel continente americano. Ripperger e colleghi si sono concentrati su una colonia che vive all'interno di un enorme albero cavo in una foresta di Lamanai, nel Belize, prelevando solo femmine adulte. Sette erano incinte, pertanto sono state subito liberate, mentre le altre sono state coinvolte direttamente nell'esperimento.

Poiché infettare deliberatamente un animale selvatico con un agente patogeno non è etico, gli scienziati hanno deciso di iniettare in metà dei pipistrelli vampiri catturati una sostanza immunitaria chiamata lipopolisaccaride, che non determina una vera e propria malattia, ma fa comportare gli animali come se fossero malati. L'altra metà è stata invece trattata con una soluzione salina, il classico gruppo di controllo per confrontare i comportamenti. Dopo le iniezioni tutti i chirotteri sono stati nuovamente rilasciati nei pressi del proprio albero. Gli scienziati, che hanno “equipaggiato” i chirotteri con sensori per verificare quanto fossero vicini agli altri e con chi si spostassero, hanno raccolto dati fin dopo l'esaurimento dell'effetto del lipopolisaccaride.

Dall'analisi è emerso che i pipistrelli “malati” tendevano a stare in disparte e ad avere un minor numero di interazioni dirette o indirette con gli altri esemplari, tenendosi perlopiù a oltre 50 centimetri di distanza. Nello specifico, le interazioni sono risultate essere in media quattro in meno rispetto a quelle del gruppo di controllo, nell'arco di sei ore. In termini temporali, i pipistrelli trattati col lipopolisaccaride hanno trascorso 25 minuti in meno a contatto con ciascuno dei propri compagni di posatoio. Le differenze, spiegano i ricercatori, si sono ridotte quando gli effetti del lipopolisaccaride sono diminuite, durante il sonno o quando i vampiri uscivano assieme per andare a nutrirsi.

“I sensori ci hanno offerto una nuova straordinaria finestra su come il comportamento sociale di questi pipistrelli è cambiato di ora in ora e persino di minuto in minuto nel corso del giorno e della notte, anche mentre erano nascosti nell'oscurità di un albero cavo”, ha dichiarato il dottor Ripperger in un comunicato stampa. Grazie a questi dati è stato così dimostrato come questi pipistrelli, quando sono malati, hanno un comportamento socialmente molto più “responsabile” di molti esseri umani, spesso totalmente disinteressati alla salute altrui, come sta dimostrando la pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 in corso. I dettagli della ricerca “Tracking sickness effects on social encounters via continuous proximity-sensing in wild vampire bats” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Behavioral Ecology.

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