I leoni dell’Uganda che si arrampicano sugli alberi stanno morendo di fame
Un team di zoologi coordinato dalla Wildlife Conservation Society e dalla Michigan State University ha determinato che i leoni arrampicatori dell'Uganda, a causa della riduzione nel numero di prede naturali, stanno aumentando il proprio ‘home range', ovvero l'area nella quale questi grandi felini vivono e vanno a caccia. Essa, se messa a confronto con le aree analizzate negli anni passati, risulta essere più estesa, per un totale di 35/43 chilometri quadrati. Si tratta di un fenomeno preoccupante che si accompagna con un altro dato emblematico: il numero di leoni ugandesi è in diminuzione, un dettaglio che si riflette anche sulla loro capacità di predare in gruppo.
Le principali prede dei leoni arrampicatori sono rappresentate dai kob o cob dell'Uganda (Kobus kob thomasi), grosse antilopi con un mantello bruno chiaro i cui maschi possono arrivare a 2,5 metri di lunghezza per 300 chilogrammi di peso. Anche il loro numero è in netta diminuzione. Nell'area in cui è stato effettuato lo studio, il distretto di Ishasha dello spettacolare Queen Elizabeth National Park, sono presenti mandrie di bufali africani (Syncerus caffer): normalmente anch'essi rappresentano prede naturali per i leoni, tuttavia i ricercatori hanno osservato che queste popolazioni, nella maggior parte dei casi, evitano di attaccarli. Questo perché si tratta di prede impegnative da affrontare in sinergia, ma i leoni sono troppo pochi per tentare la sorte con animali così robusti e pericolosi, così i felini preferiscono compiere spostamenti più lunghi, alla ricerca di prede più semplici da catturare in solitaria.
“I leoni arrampicatori di Ishasha sono una componente importante dell'ecoturismo, ma questi grandi felini stanno iniziando a diminuire in numero”, ha sottolineato il dottor Simon Nampindo, Direttore del Programma Uganda della Wildlife Conservation Society. “Un modo per garantire un futuro per i leoni in Uganda potrebbe essere quello di investire nella densità di prede del Queen Elizabeth National Park, proteggendo la prateria e gli habitat boschivi dove vivono i leoni”. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Journal of East African Natural History.
[Foto di WCS]