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I bambini che dormono meno mostrano segni di invecchiamento cellulare

Dall’analisi del DNA di 1600 bambini è emerso che quelli che dormono meno presentano un accorciamento dei telomeri superiore agli altri, un fenomeno associato all’invecchiamento e a varie patologie in età adulta.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca dell'Università di Princeton (New Jersey, Stati Uniti) ha scoperto che nel DNA dei bambini che dormono meno vi sono segnali che indicano un processo di invecchiamento cellulare precoce. Nello specifico, gli studiosi coordinati dai professori Sarah James e Daniel Notterman hanno rilevato un leggero accorciamento dei loro telomeri, ovvero della regione terminale dei cromosomi – veri e propri ‘cappucci' di DNA – che si taglia e riduce in dimensioni dopo ogni replicazione. Ecco perché il progressivo accorciamento dei telomeri viene strettamente associato all'invecchiamento.

I ricercatori hanno innanzitutto raccolto i dati di circa 1600 bambini (tutti di 9 anni) provenienti da varie città degli Stati Uniti, e successivamente ne hanno prelevato un tampone salivare per estrarre il DNA necessario al test. Dalle analisi di laboratorio è emerso che per ogni ora di sonno perduta dai bambini, rispetto alle 9/11 ore quotidiane raccomandate per questa fascia di età, i loro telomeri erano ridotti dell'1,5 percento.

Va sottolineato che erano tutti in ottima salute e nessuno di essi presentava problemi associati a tale riduzione, tuttavia i ricercatori sostengono che si tratti di un “segnale preoccupante” da valutare sul lungo termine. Del resto, l'accorciamento dei telomeri è un fenomeno associato non solo alla senescenza, ovvero al naturale invecchiamento, ma anche al cancro, ai deficit cognitivi e alle patologie del sistema cardiovascolare.

Per questa ragione gli studiosi, che hanno pubblicato i risultati della propria indagine sull'autorevole rivista scientifica specializzata The Journal of Pediatrics, hanno ribadito l'importanza di rispettare le indicazioni sul numero di ore sonno per ciascuna fascia di età. A suffragare il consiglio i risultati di un'altra ricerca condotta da un team di studiosi italo-americani, nella quale è stato dimostrato che la carenza di riposo innesca un vero e proprio processo di ‘autoconsumazione cerebrale', che a sua volta potrebbe catalizzare i processi neurodegenerativi.

[Foto di Pezibear]

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