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Hubble ha fotografato la cometa attiva più lontana mai vista: le immagini della ‘chioma’

Grazie alla camera WFC3 equipaggiata sul Telescopio Spaziale Hubble è stata fotografata la cometa attiva più lontana mai osservata. Si trova a 2,5 chilometri di distanza e presenta già una chioma, prodotta da un fenomeno di sublimazione sulla sua superficie.
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A cura di Andrea Centini
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Il Telescopio Spaziale Hubble ha fotografato la più lontana cometa attiva mai osservata: si trova infatti a ben 2 miliardi e 400 milioni di chilometri di distanza dalla Terra – oltre l'orbita di Saturno – e presenta già una chioma, che lascia una scia di 128mila chilometri alle sue spalle. La cometa, il cui nome tecnico è C/2017 K2 (Pan-Starrs), o più semplicemente K2, proviene dall'affascinante Nube di Oort, una remota area sferica così oscura e lontana – fino a 1,5 anni luce dal Sole, quasi 2500 volte la distanza che separa la nostra stella da Plutone – che nemmeno i telescopi più potenti riescono a guardarci dentro. È una regione ricchissima di oggetti celesti ghiacciati proprio come la cometa K2, e alcuni di essi si avvicinano periodicamente al Sole.

La cometa fu osservata per la prima volta nel 2013 grazie al Telescopio CFHT (Canada-France-Hawaii Telescope), tuttavia non aveva caratteristiche tali da destare interesse per gli scienziati. La “scoperta” ufficiale è stata datata maggio 2017 in seno al programma di ricerca Pan-Starrs (Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System), tuttavia soltanto oggi, grazie al potentissimo occhio di Hubble, possiamo ammirarla in tutto il suo splendore. Immortalata con la camera WFC3 (Wide Field Camera 3) dello strumento, la cometa si presenta come un piccolo oggetto celeste ghiacciato che presenta già curiosi segni di attività, pur essendo così lontana dal Sole.

Chioma e coda delle comete normalmente si formano infatti sotto la spinta del vento solare, che riscaldandone il cuore di gas volatili, come anidride carbonica, ossigeno, azoto e monossido di carbonio, li libera nello spazio intergalattico per distanze lunghissime producendo un effetto spettacolare. Per gli scienziati che stanno studiando K2, e in particolar modo gli astronomi dell'Università della California di Los Angeles (UCLA), la struttura della cometa non è prodotta dal vento solare, poiché troppo lontana per subire gli effetti della nostra stella. Si tratterebbe invece di un processo di sublimazione – il passaggio di stato dalla fase solida a quella gassosa – presente sulla superficie dell'oggetto celeste. La sua chioma è presente da diverso tempo è sarebbe già stata visibile quando si trovava alla distanza di Urano e Nettuno. Con l'avvicinamento al Sole il cuore di ghiaccio di K2 inizierà a sciogliersi e potremo ammirare gli effetti di una lunghissima coda. I dettagli sulla cometa sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Astrophysical Journal Letters.

[Credit: NASA, ESA, D. Jewitt/UCLA]

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