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Hawking: “L’aggressività dell’uomo rischia di distruggerci”

“Stupidamente aggressivi” al punto tale da poterci portare alla morte. Il tema della violenza dell’uomo che si rivolge contro sé stesso torna di attualità. Anzi, è un pericolo che da Hiroshima ad oggi non abbiamo mai superato.
A cura di Redazione Scienze
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Stephen Hawking (@LaPresse)
Stephen Hawking (@LaPresse)

Stephen Hawking è un'esperto, sia che si parli d'inizio della vita, che di fine della specie umana. Nella sua carriera di astrofisico, Hawking ha raggiunto la fama internazionale grazie ai suoi studi sui buchi neri e sull'origine dell'universo, ma è allo stesso tempo anche una delle personalità più importanti dello CSER, il centro studi sui rischi esistenziali di Cambridge che ha indicato le possibili cause dell'Apocalisse. Durante una visita del Museo della scienza a Londra, il professore 73enne ha osservato che se l'uomo prosegue sulla via intrapresa da tempo dell'aggressività, c'è da attendersi un'escalation della violenza, la precipitazione in una guerra nucleare e dunque la fine della specie umana.

Gli uomini continuano ad essere stupidamente aggressivi: è la debolezza umana che vorrei fosse corretta. Potrebbe avere avuto un qualche vantaggio e aver garantito la sopravvivenza ai tempi delle caverne, quando l'uomo doveva procurarsi il cibo, difendere il proprio territorio, riprodursi. Ma ora l'aggressività rischia di distruggere tutti noi.

Di recente il fisco britannico aveva osservato che "l'umanità si salverà solamente se l'uomo comincerà a colonizzare altri pianeti nell'universo". D'altro canto non c'è nemmeno tanto da sperare in una forma di saggezza imposta dall'alto. Infatti, nonostante l'invasione degli Ufo non sia, secondo il CSER, tra le cause più probabili della fine dell'Umanità, nel 2010 Hawking disse che "se gli alieni dovessero mai farci visita, credo che il risultato sarebbe come quando Cristoforo Colombo approdò la prima volta in America: non è stata una buona cosa per i nativi americani".

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