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Guerra alla calvizie vinta da ricercatori italiani: come hanno contrastato l’alopecia

Un team di ricerca italiano dell’Idi di Roma ha sviluppato una tecnica rivoluzionaria in grado di far ricrescere i capelli nell’80 percento dei pazienti colpiti da alopecia androgenetica, ma anche in quelli sottoposti a cicli di chemioterapia. La tecnica si basa sull’iniezione di plasma concentrato ricco di globuli bianchi, piastrine e fibrinogeno che attiva la ricrescita dei capelli.
A cura di Andrea Centini
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Grazie a un'innovativa tecnica messa a punto da ricercatori italiani sono stati fatti ricrescere i capelli nell'80 percento dei pazienti colpiti da alopecia androgenetica o calvizie, sia uomini che donne affetti anche dalla forma più grave della diffusa condizione. Si tratta di un risultato rivoluzionario per questo settore della ricerca scientifica, in grado di restituire il sorriso a quasi tutte le persone che avevano perso le speranze di riavere la propria chioma. La tecnica, progettata da scienziati dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata (Idi) Irccs di Roma, è così efficace che offre risultati persino ai pazienti oncologici sottoposti ai cicli di chemioterapia.

Ma come funziona esattamente questa tecnica? Gli scienziati, coordinati dal professor Giovanni Schiavone, responsabile dell'Unità di Medicina rigenerativa presso l'istituto italiano, si basa sull'infiltrazione di plasma concentrato nell'area del cuoio capelluto dove è stata evidenziata la perdita dei capelli. Il meccanismo è legato all'azione di un cosiddetto emoconcentratore che aggrega piastrine, globuli bianchi, fibrinogeno e altre proteine plasmatiche in un emoderivato chiamato iL-PRF, in grado di riattivare la crescita dei capelli. Gli scienziati, in parole semplici, effettuano un prelievo di sangue al paziente, elaborano il fluido con l'emoconcentratore (realizzato e brevettato da un'azienda italiana) e ottengono una soluzione concentrata di plasma che viene successivamente utilizzata per l'iniezione.

La procedura è stata eseguita con successo su 168 pazienti, 102 uomini e 66 donne, con un'età media di 28 anni per i primi e 36 per le seconde. È stato coinvolto anche un gruppo di controllo. Schiavone e colleghi hanno effettuato due iniezioni a distanza di tre mesi l'una dall'altra e hanno fatto valutare i risultati da un gruppo di cinque esperti (totalmente ignari alla procedura) attraverso la scala Jaeschke, messa a punto per determinare il cambiamento clinico nella ricrescita dei capelli. Come indicato, essa è stata evidenziata nell'80 percento dei pazienti trattati.

Tra gli aspetti più interessanti della tecnica, che va eseguita dopo una visita dermatologica, vi è il fatto che è quasi completamente priva di effetti collaterali: gli unici evidenziati dai ricercatori, in alcuni casi, sono stati gonfiore o bruciore nelle zone trattate, ma sono spariti spontaneamente entro 48-72 ore dall'iniezione. La procedura è già a disposizione di chi volesse curare la propria perdita di capelli presso l'Idi di Roma e ha un costo di 1.500 Euro. I dettagli sulla rivoluzionaria tecnica italiana sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Dermatologic surgery.

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