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Guarire dal cancro con la dieta chetogenica? Non ci sono prove

Il caso di un ragazzo sembra dimostrare che la dieta chetogenica possa guarire il cancro. In realtà la vicenda così come presentata non dimostra niente, anzi è carente di dati fondamentali.
A cura di Juanne Pili
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Pablo Kelly è un ragazzo del South Devon di 27 anni che sostiene di essere riuscito a tenere sotto controllo il suo cancro al cervello, diagnosticatogli nel 2014, senza chemioterapia, semplicemente adottando una dieta chetogenica. A suo dire gli erano stati pronosticati pochi mesi di vita se non avesse accettato di sottoporsi a chemioterapia. Kelly sostiene di aver ridotto le sue calorie con digiuni regolari adottando una dieta priva di carboidrati, fatta eccezione per quelli provenienti dalle verdure a foglia verde. Niente alimenti trasformati, zuccheri raffinati, ortaggi a radice, amido, pane, o graminacee. Sarebbe questo in sostanza ad averlo fatto sopravvivere fino ad oggi a distanza di due anni dal vetusto pronostico.

La dieta chetogenica prevede una alimentazione ricca di proteine e lipidi, ma povera di carboidrati, tenendo costanti i livelli di insulina ed evitando l'accumulo di grassi. I livelli di glucosio vengono così ridotti al punto da costringere il corpo a rifornirsi di energia esclusivamente attraverso proteine e lipidi. Non è proprio l'ideale, anzi è abbastanza pericoloso come regime alimentare. Nel lungo periodo specialmente. Oggi questa dieta viene consigliata per gravi forme di epilessia nei bambini di età inferiore ai 10 anni.

Il glioblastoma multiforme al quarto stadio di Kelly si sarebbe ridotto riducendo sensibilmente l'assunzione di carboidrati, costringendolo alla resa per fame. In realtà stando a quanto lui stesso sostiene si sarebbe stabilizzandolo. Tuttavia dell'efficacia della terapia chetogenica non esistono evidenze scientifiche. Questo discorso include anche l'esperienza di Kelly.

Tra i principali divulgatori di questa pseudoscienza citiamo in particolare il Thomas Seyfried, professore di biologia al Boston college. Si basa sugli studi condotti 80 anni fa da Otto Warburg. Molti tumori si baserebbero sulla glicolisi per la loro energia, anche in ambienti con ossigeno sufficiente per la fosforilazione ossidativa, che genera la maggior parte dell'energia chimica utilizzata dalle cellule. Non solo quindi il cancro sarebbe una malattia metabolica, ma una dieta chetogenica, rispondendo adeguatamente a questi meccanismi, risulterebbe più efficace della chemioterapia nel trattamento dei tumori. I pochi pazienti citati come casi che ne proverebbero l'efficacia sono poi morti nel giro di un anno, oppure la terapia era accompagnata da quelle convenzionali: operazioni chirurgiche e cicli di chemioterapia.

Qualcosa non quadra nella ricostruzione presentata – soprattutto nei tabloid inglesi – dell'esperienza di Kelly. Non è raro che dei pazienti sopravvivano ben oltre le previsioni dei medici, tutti quanti avremmo storie da raccontare a riguardo, tuttavia manca un dato essenziale per certificare che il tumore si sia stabilizzato: abbiamo una foto del tumore che si ritiene risalga a prima della terapia, ma non una successiva ad essa. Inoltre non è da escludere che si tratti di una forma di tumore a lenta progressione, sempre se di glioblastoma si possa parlare.Solitamente i ragazzi della sua età contraggono tumori al cervello a progressione lenta.

Quali medici certificano la ricostruzione di Kelly? Al momento nessuno. Altro dettaglio interessante sta nel fatto che nelle prime fonti della notizia non si menziona il nome del tumore.

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