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Greenpeace svela il cocktail di pesticidi nelle mele europee

Il rapporto di Greenpeace sulla situazione della produzione intensiva di mele svela la quantità di pesticidi utilizzati e offre nuove strade per una coltivazione più sostenibile.
A cura di Zeina Ayache
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Greenpeace e la produzione intensiva di mele
Greenpeace e la produzione intensiva di mele

Greenpeace ha pubblicato in questi giorni il rapporto “Il gusto amaro della produzione intensiva di mele” all'interno del quale sono racchiusi i dati raccolti dalle analisi di 85 campioni di acqua e suolo prelevati da 12 Stati europei, compresa l'Italia, al fine di comprendere quale sia la situazione attuale delle nostre mele, coltivate secondo le vigenti pratiche agricole che, rispetto a quelle sostenibili, differiscono per l'uso di pesticidi.

Tra i 49 campioni di suolo e i 36 campioni di acqua prelevati, è stata riscontrata la presenza di 53 pesticidi differenti, il 70% dei quali ha un'elevata tossicità per noi così come per l'ambiente, un esempio su tutti la moria delle api causata da queste sostanze. Ma non è tutto. Nel 56% dei casi, i campioni contenevano almeno due pesticidi. Quello maggiormente rilevato è il fungicida boscalid, al quale segue il DDT.

Purtroppo l'Italia si è guadagnata il primo posto nella classifica dei Paesi con il più alto numero di pesticidi nel suolo, per un totale di 18 diversi antiparassitari in soli 3 campioni, seguono Belgio, con 15 su 3, Francia, con 13 su 6. Per quanto riguarda l'acqua, abbiamo guadagnato la terza posizione, con 10 pesticidi su 2 campioni, la prima posizione è andata alla Polonia, con 13 3, e la seconda alla Slovacchia, con 12 su 3.

Quali sono le conseguenze di questi pesticidi? Greenpeace fa sapere che “Uno dei pesticidi riscontrati nei campioni di suolo è altamente nocivo per i lombrichi; otto dei pesticidi individuati nei campioni di suolo o acqua vengono considerati altamente tossici per le api. Venti dei pesticidi individuati nei campioni sono ritenuti essere altamente persistenti nell’ambiente”. E come se non bastasse, 7 dei pesticidi trovati non è approvato dall'Unione Europea, se non in seguito ad una deroga speciale.

Il cocktail di pesticidi di cui ci nutriamo attraverso le mele non può più essere accettato poiché i suoi effetti non sono prevedibili e la combinazione di più sostanze potrebbe avere ripercussioni maggiori rispetto a quelle legate ad un solo pesticida. Per questi motivi Greenpeace propone agli agricoltori di avvicinarsi a nuove pratiche sostenibili per la gestione dei parassiti e delle malattie dei meleti, prassi tra l'altro già verificate e approvate da altri lavoratori del settore.

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