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Grande Barriera Corallina, rilasciati in mare milioni di “baby coralli” per salvarla

Dopo aver ripulito dalle alghe infestanti alcune aree della Grande Barriera Corallina australiana con l’aiuto di “cittadini scienziati”, i biologi marini hanno rilasciato in acqua quasi 3 milioni di larve di coralli, con l’obiettivo di ripopolare il reef. I “baby coralli” si sono già insediati nelle scogliere; nei prossimi mesi dovrebbero iniziare a dare risultati visibili.
A cura di Andrea Centini
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Per ripopolare alcune parti danneggiate della Grande Barriera Corallina australiana, letteralmente soffocate da infestazioni di alghe, sono state rilasciate in mare milioni di larve di coralli, che hanno già iniziato a insediarsi nella loro nuova casa. Nei prossimi mesi, se tutto andrà secondo i piani degli scienziati, daranno vita alle splendide e delicate creature multicolori che caratterizzano il reef più spettacolare e minacciato del pianeta. La Grande Barriera Corallina australiana, inserita tra i patrimoni mondiali dell'UNESCO, è infatti esposta ai sempre più pressanti rischi dei cambiamenti climatici, e in particolar modo alla conseguente acidificazione dell'acqua marina, che determina il famigerato fenomeno dello sbiancamento dei coralli, a causa della “fuga” delle alghe che vivono in simbiosi con essi.

Ma non tutte le alghe sono benefiche per i coralli. In alcune aree del reef australiano, che si estende per circa 2.300 chilometri al largo del Queensland, l'inquinamento scaturito dalle operazioni di dragaggio e dal continuo afflusso di nutrienti in mare ha fatto aumentare in modo significativo il numero di alghe. Sono state registrate vere e proprie esplosioni di questi organismi, che mettono a repentaglio i delicati equilibri dell'ecosistema corallino. Il numero soverchiante di alghe sta infatti soffocando i coralli, e gli scienziati hanno deciso di intervenire per provare a salvare le porzioni di reef più a rischio. Nello specifico, i biologi marini dell'Università Croce del Sud, dell'Università James Cook e dell'Istituto Australiano di Scienze Marine (AIMS) si sono concentrarti su cinque aree nei pressi di Magnetic Island, sita a una decina di chilometri a largo di Townsville, dove il reef sta soffrendo particolarmente.

I ricercatori, dopo aver ingaggiato un gruppo di “cittadini scienziati”, hanno innanzitutto bonificato l'area dalle alghe, che sono state rimosse dopo un lungo e certosino lavoro di squadra. Al termine della pulizia gli studiosi guidati dal professor Peter Harrison hanno liberato sulle scogliere quasi 3 milioni di larve di coralli, che sono state allevate presso il National Sea Simulator dell'AIMS a Townsville. Come indicato, le larve hanno subito iniziato a insediarsi all'interno del reef; nei prossimi mesi i coralli in crescita dovrebbero iniziare a dare risultati visibili. Il professor Harrison ha coordinato un'operazione analoga anche nelle Filippine, dove i coralli nel giro di 3 anni sono diventati grandi “come piatti da cucina”, ha dichiarato lo studioso al giornale australiano ABC. Benché con questa tecnica si possano salvare le porzioni del reef aggredite da alghe e inquinamento, se le temperature e l'acidificazione degli oceani continueranno ad aumentare non sarà possibile salvare la Grande Barriera Corallina dall'estinzione.

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